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Fumo lento

Fumatori con la pipa al raduno nazionale di Custoza FOTO PECORAGenny Magrin con la pipa
Fumatori con la pipa al raduno nazionale di Custoza FOTO PECORAGenny Magrin con la pipa
Fumatori con la pipa al raduno nazionale di Custoza FOTO PECORAGenny Magrin con la pipa
Fumatori con la pipa al raduno nazionale di Custoza FOTO PECORAGenny Magrin con la pipa

Morello Pecchioli Si danno dell’«imbecille» l’un l’altro e non solo chi lo prende non s’offende, ma è contento di sentirselo dire e orgoglioso di esserlo. Masochisti? No, fumatori di pipa appartenenti al circolo milanese «Totali imbecilli per la pipa». Il circolo, affiliato al Pipa club d’Italia, ogni anno organizza, un raduno nazionale a Custoza che diventa, almeno per un giorno, la capitale degli italiani appassionati del fumo lento. Perché Custoza? Perché Rudi Reggiani, 42 anni, uno dei fondatori degli «Imbecilli», è di Custoza. «Ci troviamo al ristorante Picoverde», spiega Reggiani che fa il rappresentante di commercio e lavora con ditte dell’Africa subsahariana, «che apre solo per noi permettendoci di fumare la pipa». È così che qualche giorno fa sono convenuti al Picoverde pipaioli di Milano, Siena, Grosseto, Pesaro, Padova, Vicenza, Rimini, Rovigo, di tante altre zone d’Italia. E di Verona, naturalmente. Tra loro c’era il sette volte campione italiano di fumo lento Mauro Cosmo, 57 anni, di San Donà del Piave, campione mondiale a squadre nel 2010 a Lisbona dove si classificò secondo nella gara individuale. Cosmo vanta un’incredibile record di pipata: con tre grammi di tabacco fuma per 3 ore e 25 minuti. Al convegno di Custoza erano presenti gli artigiani costruttori di pipe in radica che tutto il mondo ci invidia: Cristian Galeazzi, 42 anni, di Pesaro, reduce da Pechino dove ha esposto i suoi preziosi lavori; Andrea Gigliucci di Gavorrano Terme, in Maremma; Massimiliano Rimensi, 51 anni, di Occhiobello, autore di gioielli in radica espAosti a Chicago, Pechino e un po’ in tutto il mondo e Giacomo Penzo, ventiseienne disegnatore industriale di Bolzano Vicentino, considerato il più giovane fumatore di pipa professionista d’Italia: «Fumo da otto anni», racconta. «Ho iniziato per hobby e mi ci sono appassionato. Durante gli studi universitari a Venezia ho cominciato a riparare pipe, poi a costruirle. Realizzare una pipa è un’arte, ma lo è anche fumarla. Non è un vizio, ma una passione». Antonio Pinter è il presidente dei «Totali imbecilli per la pipa». Milanese, 53 anni, pubblicitario, è il figlio di Ferenc Pinter, celebre illustratore e pittore, famoso per le copertine dei gialli di Maigret, di Agatha Christie e degli Oscar Mondadori. «Era un uomo che si divertiva molto a fare il suo mestiere. Ho imparato da lui a fumare la pipa. Scappò dall’Ungheria nel 1956 dopo l’invasione russa del suo Paese. Perché ci diamo degli imbecilli? Per vanto. Per prenderci in giro sapendo, però, che siamo degli artisti: il fumo lento è un’arte difficile. Siamo fieri di essere imbecilli per la pipa che ci aiuta a staccarci dal mondo». «Chi pensa che la pipa sia solo per vecchi e per uomini non capisce nulla», interviene Genny Magrin, 31 anni, affascinante vicepresidente del circolo «Sottil fil di fumo» di Montegrotto Terme. «Il nostro club conta 30 iscritti e quattro sono donne. Ma in tutt’Italia ce ne sono parecchie. In quanto ai giovani ecco qui Daniele Toffoletto, nostro socio. Ha 23 anni e fuma la pipa da sei. Io ho iniziato a fumare la pipa per curiosità, poi mi ha preso la passione. La pipa ti obbliga a rallentare i ritmi frenetici, a vivere lontano dai disturbi del mondo esterno. Crea rapporti, amicizie vere». Rudi Reggiani, il «padrone di casa», non è il leader degli appassionati veronese e sta lavorando per fondare un circolo scaligero della pipa. Con lui ci sono Vittorio Bendazzoli e Alessandro Venturi di Sommacampagna, titolare di un negozio specializzato in fumo lento. «Ho cominciato a fumare la pipa a 16 anni», racconta Reggiani. Subito l’ho fatto per darmi un tono, poi mi ha preso la passione. Sono stato anche a Londra sulle orme di Sherlock Holmes, leggendario investigatore e fumatore di pipa, e da Ashley prima che il mitico negozio di pipe chiudesse». Durante il convegno, al Picoverde, è stata esposta una collezione di pipe speciali, una delle quali valeva più di 800 euro. Ma quanto costa una pipa? «Fino a 400 euro è considerata una spesa normale», risponde Rimensi, «ma ce ne sono di quelle che superano i mille euro. Sono pezzi straordinari, unici, fatti con radica rara, ricca di venature che creano un bel contrasto cromatico. Il lavoro è complesso. Per una pipa così ci si impiega anche più di una settimana». •

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