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Foroni ora è nella «sua» scuola
Trasferito il busto del musicista

Il busto di Jacopo Foroni è approdato alle medie FOTO PECORA
Il busto di Jacopo Foroni è approdato alle medie FOTO PECORA
Il busto di Jacopo Foroni è approdato alle medie FOTO PECORA
Il busto di Jacopo Foroni è approdato alle medie FOTO PECORA

Il trasferimento nella scuola secondaria inferiore del busto di Jacopo Foroni ha suscitato grande interesse tra gli allievi dell’istituto, che porta il nome del musicista Ottocentesco. La scultura dell’artista, nato a Valeggio il 26 luglio 1824 e morto a Stoccolma l’8 settembre 1858, proveniva dall’atrio comunale dove era stata inaugurata l’11 dicembre scorso, col contributo dell’associazione Arti e mestieri musica (Aamm) e dell’Aslipeva (Associazione liberi pensionati valeggiani).

Lo spostamento nasce dall’intento di favorire la riscoperta del musicista originario di Valeggio da parte delle giovani generazioni, nell’attesa che la sede finale della statua, in via Jacopo Foroni, diventi disponibile. Ci vorrà infatti ancora tempo per lo spostamento della ninfa Silvia, protagonista della leggenda del Nodo d’Amore, dalla fontana che si trova in quella strada. Ad accogliere il busto in aula magna sono stati la dirigente scolastica, Silvana Zamboni e alcuni insegnanti, oltre a un centinaio di ragazzi delle classi seconde. Tutti hanno ascoltato partecipi la presentazione della figura del musicista da parte degli esponenti dell’Aamm, guidati dal presidente, Fabio Ciprian.

Così, mentre scorrevano le immagini legate alla storia del personaggio, lo storico locale Cesare Farinelli ne ricordava i tratti salienti.

Introdotto alla musica dal padre Domenico, Jacopo Foroni fu attivo inizialmente come pianista a Verona e in numerose città europee e poi divenne maestro di cappella alla corte del re di Svezia, dove rimase fino alla morte.

Le sue opere sono molto apprezzate da Cristina, la regina di Svezia, e da Margherita. Molto amate anche le sue Ouvertures, che piacquero anche al direttore d'orchestra Arturo Toscanini, e che portarono Foroni ad essere tra i più eseguiti autori italiani nel secondo Ottocento.

A Valeggio gli sono state dedicate, oltre ad una lapide sulla sua casa natale, una via, una scuola e la sede locale del Cea (Centro educazione musicale).

Lo scultore Nicola Beber ha poi spiegato le scelte artistiche adottate, i simboli, il perché dell’utilizzo di un’immagine giovanile, legata alla sua scomparsa prematura ma anche alla modernità di una mente geniale che porta la sua arte in un paese lontano.

Applausi fragorosi sono poi scoccati quando la pianista Irene Frigo ha eseguito «Sogno malinconico», un brano musicale delicato e vibrante.

Irene Frigo ha ricordato le grandi doti tecniche del compositore valeggiano, probabilmente legate anche ad una mano ampia che gli permetteva di prendere tasti distanti uno dall’altro. «La straordinaria accoglienza dei ragazzi», sostiene Giorgio Rovina, del direttivo Aamm, «conferma quanto sia importante l’ascolto della musica dal vivo nell’educazione musicale e come associazione cercheremo di riproporla. Mi ha colpito il fatto», conclude, «che abbiano apprezzato un brano di musica classica come questo di Foroni che necessita d’un buon orecchio vista la sua difficoltà». A.F.

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