<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">

Filicudi nel cuore,
gli elementi in un libro

Fernando Zanetti a Filicudi, nelle Eolie
Fernando Zanetti a Filicudi, nelle Eolie
Fernando Zanetti a Filicudi, nelle Eolie
Fernando Zanetti a Filicudi, nelle Eolie

Raccontare luoghi che racchiudano in sé i quattro elementi dell’antica tradizione filosofica greca: acqua, terra, fuoco e aria, custoditi nel perimetro delle loro coste.

La missione del villafranchese Fernando Zanetti, fotografo professionista, è stata quella di imprimerli fotografando appunto, nel mezzo del mar Tirreno, le isole Eolie e soffermandosi poi su una in particolare: Filicudi.

Zanetti domani presenterà in anteprima il suo libro Filicudi elogio all’essenza nel comune di Lipari, con il sindaco dell’isola e il giorno dopo al museo archeologico regionale eoliano di Filicudi Porto.

«Il Comune di Lipari», specifica il fotografo, «ha dato il patrocinio al libro, vado molto fiero di questo». Il progetto è nato due anni fa, quando per la prima volta Zanetti è sbarcato sull’arcipelago per dare vita a Metamorphos (raccolta di foto che verrà ripresentata in un’inedita forma multimediale a palazzo Bottagisio di Villafranca a fine settembre). «Una volta lasciata l’isola, ho sentito che aveva qualcos’altro da dirmi, da sussurrarmi, per questo motivo sono tornato ed è nata la nuova opera», spiega il fotografo.

Il secondo viaggio risale all’ottobre scorso. Un intero mese per raccontarla attraverso le lenti dei suoi occhiali, prima, e con quelle della macchina fotografica una volta trovati gli scorci più emozionanti. «Per selezionare le 140 foto che formano il nuovo lavoro», spiega l’autore, «ne ho scattate oltre 1400. Mi sono mischiato con la natura fino a perdermi e con la gente del luogo. Il segreto è farsi coinvolgere, vivere il luogo per la magia che riesce a restituirti». Una guida lo ha condotto negli angoli più sperduti; ha incontrato e conosciuto molti residenti tra cui l’hippie che da Napoli ha deciso di trasferirsi sull’isola e chi ha scelto di vivere nelle caverne. Un mese di appostamenti, luci diverse, tramonti, albe, temporali, insediamenti preistorici, villaggi abbandonati. «Quelle isole hanno tutto: l’aria è il vento caldo che soffia; il fuoco è il vulcano; l’acqua è il mare che le bagna e la terra sono i luoghi che mi hanno accolto. La mia è un’opera ibrida: c’è una parte concettuale e una parte più visiva». Il libro è composto da cinque capitoli: la natura, il racconto personale dell’isola, la storia, l’intervento dell’uomo, mentre l’ultimo è dedicato agli abitanti con una sequenza di ritratti.

«Durante il mese del mio soggiorno», ricorda Zanetti, mi sono addentrato nell’isola tra i sentieri che la innervano, le rocce e le spiagge. L’attrezzatura ridotta al minimo possibile: non volevo che la tecnologia facesse da filtro tra quello che vedevo e quello che avevo davanti in quegli istanti. Ho voluto soffermarmi sui posti che solitamente i turisti tralasciano, per darne una visione più intima».

I particolari diventano, in molti scatti, protagonisti: i licheni che sembrano due ballerini; la pianta di corbezzolo avvitata su sé stessa; l’acqua della grotta del Bue Marino; lo sguardo di Franca Taxi, così chiamata perché porta i turisti che attraccano al molo negli alberghi; e quello di un contadino, che si fa fotografare solo in sella al suo ciuccio, l’asino.

Le foto mettono in risalto ricerche personali come le geometrie di Giorgio de Chirico nelle pietre o la forma di Filicudi all’orizzonte, spiegando: «Si dice che l’isola abbia le sembianze di una donna incinta distesa, facendo i miei scatti dal mare ho voluto trasmettere anche questo particolare aspetto».

Nicolò Vincenzi

Suggerimenti