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«Fiducia tradita,
per questo si arriva
alla Corte dei Conti»

La consigliera regionale del Pd Orietta Salemi interviene a seguito della denuncia del sindacato Ugl sull’ospedale di comunità chiuso a Valeggio. «Quando si tira troppo la corda è la volta che si spezza», afferma. «Troppi silenzi, troppe promesse non mantenute da parte della Regione generano esasperazione e non stupisce l’intervento radicale da parte del sindacato».

Secondo l’esponente scaligera del Pd il nodo della vicenda va cercato nell’assenza di strategia della politica sanitaria regionale sul territorio dell’Ulss 9.«O meglio, il progetto c’era», dice Salemi, «era quello di riformare la rete ospedaliera ridisegnando un modello di sanità che potenziasse i servizi territoriali. Si sono chiusi ospedali, e legittimamente, per rispondere a nuove esigenze di una società dai bisogni in cambiamento, caratterizzata dalla cronicità delle malattie e da un esponenziale invecchiamento; i sindaci si sono assunti con sacrificio l’impegno di accettare questa sfida, rinunciando a logiche talvolta di campanile. La contropartita però doveva essere alta: a fronte di un ospedale chiuso o ridimensionato, capillari strutture intermedie e copertura dei servizi a prevalente sostegno della medicina domiciliare».

Invece, sostiene Salemi, a distanza di cinque anni questo è mancato. «Ci sono carenze di assistenza in molte aree dell’Ulss 9. Specie per l’Ovest: Valeggio, Isola della Scala, Caprino, Malcesine. Che ne è stato del Piano di zona condiviso dalla Conferenza dei Sindaci e dall’ex Ulss 22? Ospedali in dismissione con posti letto programmati ma mai attivati o attivati e trasferiti o trasferiti e sospesi; la riqualificazione di ciascuna sede sembra messa in discussione col risultato che la popolazione vive disagi e non si sente tutelata. Certo, Villafranca ha drenato molte risorse e tutti attendiamo la parola definitiva sul destino del famigerato ospedale a due gambe». Mercoledì si è tenuta la seduta del Comitato dei sindaci per l’analisi delle schede di Bussolengo e Villafranca, «Ma quello che serve contestualmente è la programmazione delle schede territoriali», sottolinea Salemi, «partendo dai bisogni reali di un territorio per troppo tempo preso in giro». Quindi conclude: «Ecco la ragione del ricorso alla Corte dei Conti: a mali estremi, estremi rimedi».

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