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Fiabe e canti: «far filò» in versione africana

La tradizione del «far filò» incontra le fiabe tradizionali africane: oggi alle 17, nella sala civica dell’ex canonica, a Sona, cinque ospiti di Casa Iride, centro di accoglienza per donne e bambini richiedenti protezione internazionale, racconteranno tre storie appartenenti alla loro cultura, animandole con canti, musica e balli. L’evento, rivolto ai bambini, si intitola «Ti racconto una storia che viene da lontano» ed è promosso dal Comune di Sona con la collaborazione, oltre che di Casa Iride, dell'organizzazione di volontariato Spazio Lab e della cooperativa sociale Spazio Aperto. Le storie sono legate al gruppo etnico di appartenenza delle narratrici e, per preservarne la ricchezza e il carattere suggestivo, saranno narrate nel dialetto originale. Sarà presente un'educatrice che, simultaneamente, inserendosi nel ritmo di narrazione e di gestualità, tradurrà in lingua italiana per gli ascoltatori. In questa particolare occasione di incontro tra culture si riprenderà la tradizione veneta del «far filò», che risale al periodo in cui, durante le lunghe serate invernali, le famiglie contadine, per ripararsi dal freddo, si riunivano nelle stalle: spesso le persone che si trovavano per passare un po' di tempo insieme si portavano l'occorrente per fare piccoli lavori a mano, ma soprattutto chiacchieravano e si raccontavano storie. Nell’ epoca in cui le case di campagna non avevano il riscaldamento né la televisore, il «filò» era un importante momento di comunità, in cui veniva custodita e trasmessa la cultura popolare. L’assessore alla cultura Gianmichele Bianco dichiara: «Il mondo è pieno di ricchezze culturali, tramandate con le storie, con le favole, col filò dei nostri nonni. Il mondo è un posto talmente grande però che tutte le culture hanno qualcosa da dire e da raccontare». Da qui l’idea di ascoltare le storie tradizionali africane dalla voce narrante delle donne di Casa Iride. Il centro di accoglienza ha aperto in via Pelacane, a Lugagnano, nel maggio del 2017 e attualmente ospita 26 persone: 11 mamme, 11 bambini e altre quattro donne, di cui una incinta. In merito all’evento organizzato a Sona, Lucia Zanoni, presidente di Spazio Aperto, la cooperativa che gestisce Casa Iride, afferma: «Sono entusiasta di questa iniziativa, che ancora una volta rappresenta una prova della collaborazione esistente fra amministrazione ed enti no-profit. La principale motivazione di questi eventi sta nel fatto che abbiamo sempre pensato a Casa Iride come un luogo aperto, di incontro e di conoscenza reciproca dove persone di diverse culture possano scambiarsi saperi e idee». Eleonora Rizzi, coordinatrice di Casa Iride, aggiunge: «L’Africa subsahariana possiede un gran patrimonio di cultura orale, fatto di fiabe, proverbi e molto altro. Sedersi insieme ad ascoltare una storia rappresenta un momento di condivisione importante per trasmettere la conoscenza ed educare i più piccoli. In più occasioni le donne di Casa Iride hanno avuto l’opportunità di proporre i loro racconti ai bambini nei servizi educativi, e visto che l’iniziativa ha sempre riscosso un certo successo abbiamo pensato con loro di offrire un momento ludico anche ai bambini di Sona». Non è la prima volta che Casa Iride organizza un’iniziativa aperta alla comunità: l’anno scorso, sempre in collaborazione con il Comune, all’interno del centro si era infatti svolto un laboratorio di cucito. •

F.V.

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