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Europa e partecipazione partendo dalle origini

La lista di Borgo Libero con il candidato Andrea Cordioli, detto Zontà, al centro
La lista di Borgo Libero con il candidato Andrea Cordioli, detto Zontà, al centro
La lista di Borgo Libero con il candidato Andrea Cordioli, detto Zontà, al centro
La lista di Borgo Libero con il candidato Andrea Cordioli, detto Zontà, al centro

La libertà è partecipazione, cantava Giorgio Gaber, e dalla partecipazione partono i ragazzi della lista Borgo Libero che si sono presentati venerdì sera davanti al castello di Villafranca con il loro candidato sindaco, Andrea Cordioli, detto Zontà, 25 anni, studente di psicologia, nato e cresciuto a Rosegaferro, che sfiderà gli altri cinque veterani nella corsa al municipio del 10 giugno, quando i villafranchesi saranno chiamati alle urne. La partecipazione è il punto cardine della lista, composta da giovani neofiti della politica tutti tra i 18 e i 28 anni: «È il nostro filo rosso perché è la chiave della democrazia», spiega Zontà, galvanizzato da questa esperienza che ha richiamato l’attenzione di tutti i politici villafranchesi, a livello trasversale, che a diverso titolo han dato loro una mano per costituirsi come lista civica autonoma. «Di fronte a uno Stato sempre più lontano dalle persone, siamo convinti che le istituzioni comunali abbiano la responsabilità di essere il motore di un cambiamento che può avvenire solo dal basso», spiega Cordioli. E strumenti di partecipazione sono per lui il bilancio partecipativo, i consigli di frazione e di quartiere che abbiano anche poteri di bilancio e che gestiscano direttamente delle disponibilità economiche, e infine i «mini-public», su modello scozzese. «Piccole giurie estratte a sorte e rappresentative di ogni ambito della società e delle persone che danno consigli e segnalazioni», spiega Cordioli. «Le comunità sono disgregate, noi vogliamo ricreare un legame perché una comunità forte vive bene. E le istituzioni comunali dal basso sono il motore di un movimento politico basato sul civismo e dotato di strumenti di democrazia diretta». È la loro via nuova. Cambiare, dunque, è rinnovarsi «per riscoprirsi», spiega il programma di Borgo libero che nel nome porta già questo intento: «Vogliamo riscoprire le nostre radici storiche, ripristinando anche l’antica toponomastica dei luoghi che è andata perduta», continua Zontà che già nel nome della lista rievoca l’etimo di Villafranca, «e tradizioni come il Batimarso o il Brujol. Ma, si badi bene, questo non in un’ottica di chiusura, bensì europeista: il dialogo con gli altri e la nostra collocazione in Europa partono dalla conoscenza della nostra storia e di chi siamo. Solo così possiamo confrontarci con le altre culture». Perché i rapporti con i Paesi d’oltralpe sono alla base del programma di Borgo Libero che punta sull’alternanza scuola-lavoro e sui gemellaggi per stringere rapporti con scuole e aziende straniere. Magari di altre Villafranche d’Europa. Il programma verte su tre cardini: partecipazione, cultura e ambiente-benessere. Quest’ultimo è un binomio strettamente legato e passa per lo stop al consumo del suolo e per la rigenerazione urbana: «Bisogna fermare la cementificazione», conclude il candidato sindaco. «La priorità deve essere la riqualificazione del patrimonio edilizio residenziale e industriale attuale». Riqualificazione che passa anche per la rivisitazione di alcuni luoghi pubblici, come il palazzetto dello sport, che possono diventare luoghi di aggregazione anche come trampolini di lancio per la «street-art» («Gli edifici pubblici possono essere la base per graffiti di alto livello»), sedi di festival annuali e di comunità. Infine, il benessere passa anche per la mobilità che ha il suo perno nella rete delle ciclabili di collegamento tra la città e le sue frazioni. Sono in tutto 21 candidati al consiglio comunale nati e cresciuti a Villafranca, ma anche a Rosegaferro, Pizzoletta e Quaderni. Sono tutti nuovi alla politica, perlopiù studenti, anche lavoratori. Tra loro un figlio d’arte», Enrico Zacco, figlio di Laura Musitelli, consigliere comunale uscente di «Villafranca sei tu» che chiude il suo mandato, ma non si ricandida al consiglio comunale. Volendo anche un «nipote d’arte», Nicola Marchi il cui bisnonno era Giovanni Marchi sindaco di Villafranca dal 1951 al 1960. •

Maria Vittoria Adami

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