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E a Buttapietra tanto rumore per nulla

La manifestazione dell’altra sera di Verona ai veronesi
La manifestazione dell’altra sera di Verona ai veronesi
La manifestazione dell’altra sera di Verona ai veronesi
La manifestazione dell’altra sera di Verona ai veronesi

I profughi se ne vanno, rimangono le polemiche. A Buttapietra, dove l’altra sera è andata in scena una manifestazione contro l’arrivo di nuovi richiedenti asilo, si susseguono i colpi di scena.

Il primo: la famiglia proprietaria dell’edificio di Magnano che avrebbe dovuto portare alla nascita di un Centro di accoglienza straordinaria per quaranta rifugiati ribadisce che non venderà lo stabile alla cooperativa di Vercelli che aveva presentato in Prefettura il progetto di ospitalità.

Il secondo: i titolari dell’ albergo Marino, nel quale un Cas che attualmente ospita 46 stranieri è attivo dal maggio del 2015, annunciano che l’accoglienza nella loro struttura sta per cessare, visto che non rinnoveranno l’accordo che scadrà venerdì.

Dagli 86 profughi attesi, a giorni non dovrebbe quindi rimanerne nemmeno uno. E per questo ora si infiamma il dibattito politico, con accuse alla sindaca Sara Moretto di aver montato un caso.

Francesco Clari, il figlio dell’ex assessore leghista Giuseppe che era stato additato come colui che avrebbe concesso la casa per il centro di accoglienza di Magnano, ieri ha voluto ribadire l’indisponibilità della sua famiglia. «La cooperativa ha fatto un’offerta per l’acquisto della casa di proprietà di mio padre (che è in vendita da anni, ndr) ma lui ha già risposto di no e non intende cambiare idea», spiega Francesco Clari. Stando a quanto egli afferma, quindi, l’ipotesi del nuovo Cas sarebbe a questo punto naufragata. D’altro canto, Loretta Girelli, una delle proprietarie dell’Albergo Marino, ieri ha annunciato la fine dell’unico centro di accoglienza realmente esistente. Una struttura che non ha mai generato problemi, anche se solo qualche settimana fa il Comune ha programmato per alcuni suoi ospiti un’occupazione volontaria finalizzata alla manutenzione del verde.

«Non rinnoveremo la convenzione, sia perché non ci piacciono le nuove regole, sia per motivi personali», spiega Girelli. Confermando, però, che verranno tutelati i due dipendenti dell’albergo, uno dei quali è un giovane che ha ottenuto l’asilo politico dopo essere stato per mesi ospite a Buttapietra.

«È evidente che, per quanto riguarda Magnano, il sindaco ha voluto montare un caso senza essere informata dei fatti», afferma il capogruppo leghista Renzo Giacopuzzi. Il quale, al pari dei suoi colleghi di minoranza, era stato accusato dal primo cittadino di «non voler bene a Buttapietra». Questo a causa del fatto che erano assenti alla manifestazione di lunedì, che il primo cittadino ha chiesto di organizzare al comitato Verona ai Veronesi. «Moretto, quando era vicesindaco, non ha parlato, come tutta la sua giunta, quando è stato creato il Cas all’albergo Marino, e poi, da sindaco, ha votato contro a una nostra proposta volta a chiedere il blocco dei flussi di immigrazione. Ora, invece, interpella forze politiche di estrema destra, e sfila con loro per il paese, negando ad altri di portare le loro bandiere. È evidente che qui qualcosa non quadra».

Luca Fiorin

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