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Dall’esercito del Broccoletto nasce la guida che lo racconta

Produttori e ristoratori festeggiano sul campo il Broccoletto
Produttori e ristoratori festeggiano sul campo il Broccoletto
Produttori e ristoratori festeggiano sul campo il Broccoletto
Produttori e ristoratori festeggiano sul campo il Broccoletto

Salvato dall’unione delle forze. Da chi crede nella terra, da chi trasforma i suoi prodotti in piatti, da chi li celebra con la penna e da chi li protegge con i suoi marchi. Il Broccoletto di Custoza, perla delle colline moreniche, ha iniziato il 2018 con il piede giusto: due gelate che ne migliorano la qualità, 300mila cespi coltivati dagli otto produttori e ora una guida che lo racconta attraverso ricette e approfondimenti su territorio e storia. È il volume a cura del giornalista Morello Pecchioli edito dalle Grafiche Bozzi di Davide Ortombina. «Il broccoletto è un succhiasassi che trasforma il niente in tutto, la non-vita in esistenza», scrive Pecchioli dell’ortaggio a rischio estinzione negli anni del boom economico e salvato negli anni ’80 dai produttori che ne ripresero la tradizione. Ma soprattutto trasformato in un gioiello dall’associazione dei produttori attuale, guidata da Filippo Bresaola, che ha messo in moto Slow food ottenendo per il Broccoletto il titolo di «presidio». «È una verdura povera, un tempo usata solo di contorno con “ovi duri” e salame», spiega Pecchioli. «Rischiava di estinguersi, poi è stata ripresa. La Pro loco le ha dedicato una festa nel 2000, i produttori l’hanno riportata in auge e la spallata decisiva dei ristoratori l’ha fatta uscire dai confini locali». E quest’anno il Broccoletto farà anche del bene. L’idea della guida è nata dal volontario Allegro Danese che ha proposto l’edizione per destinare il ricavato all’attività della cooperativa sociale I Piosi di Sommacampagna. Il libro racconta la storia del Broccoletto, dalle sue origini - che Pecchioli ipotizza possano derivare dai Cimbri che portarono in pianura il broccolo fiolaro di Creazzo e forse anche quello di Custoza - ai giorni nostri. Si sofferma sulla letteratura: il broccoletto dell’osteria della Gegia è menzionato da Cesare Marchi in Quando eravamo povera gente. Poi prosegue con le ricette dei ristoratori locali che nelle serate dedicate all’ortaggio fanno il tutto esaurito. «Dopo il vino, possiamo dire che la seconda vittoria di Custoza è il broccoletto», spiega Bresaola. «Siamo entusiasti di aver creato una rete unita, che parte da noi produttori che coltiviamo la terra con dedizione fino ai ristoratori perché il passaggio dalla terra al piatto è il risultato perfetto». Come elenca l’assessore comunale Giandomenico Allegri il broccoletto ha trovato un’alleanza tra produttori, Pro loco, ristoratori e Comune. Questo ha attirato l’attenzione di Slow food: «Abbiamo visto la predisposizione alla terra di chi la lavora, della ristorazione e dell’ambito culturale. Un contesto favorevole premiato con il “ Presidio”. Per noi vengono in primis la madre terra e chi si occupa di lei», spiega Flavio Marchesini di Slow food. «Il titolo di Presidio ha veicolato il prodotto lontano: ci chiamano da Lombardia e Piemonte», conclude Bresaola. «Abbiamo unito tutte le forze, anche le imprese locali che ci hanno sostenuto nell’edizione», aggiunge Ortombina. Metà del ricavato della vendita della guida, pubblicata in mille copie e che si trova nelle librerie villafranchesi TreB e Terza Pagina e alla Castioni di Lugagnano, sosterrà l’attività dei Piosi: «Quella a sostegno di anziani e disabili», spiega Luigi Martari, direttore della cooperativa, «e quella di promozione del territorio». • M.V.A.

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