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Contestato il ponte da costruire
«È una via di fuga per i ladri»

Invece di unire, c’è un ponte che divide. Continuano infatti i lavori per la costruzione di una pista ciclo pedonale che raggiungerà il vicino cimitero dalla sponda dove finisce via Tartaro. L’opera dovrebbe essere completata a breve, ma ha creato non poca disapprovazione da parte dei residenti.

Il ponte della discordia non è una novità: da anni se ne parla. Già nel 2004, i residenti di via Tartaro avevano raccolto firme e protocollato le loro rimostranze contro la sua realizzazione. Il foglio, con 46 firme descriveva i motivi del dissenso. Venivano elencati i disagi che avrebbe creato: aumento di flusso di traffico; i parcheggi sulla strada (già stretta) avrebbero reso difficile il transito anche delle biciclette; aumentato il passaggio (non consentito) di motorini; la modifica della storica bocàra del fiume, ma soprattutto il problema era legato ad una questione di sicurezza. All’epoca i residenti erano convinti che il ponte avrebbe aperto una via di fuga per eventuali mal intenzionali. Sul documento si legge: «È ferma convinzione degli abitanti della via il non aver mai subito la visita di ladri d’appartamento soprattutto per questo motivo», alludendo quindi alla mancanza di una via comoda per scappare se non ripercorrere l’intera strada. Infine, veniva messo l’accento dai firmatari come la bocàra rimanesse l’ultimo polmone verde e incontaminato della strada, ormai inghiottita nel centro storico di Povegliano.

Il sindaco dell’epoca Leonardo Biasi (oggi vice) con una lettera ad oggetto Passerella ciclo-pedonale in via Tartaro, del 22 novembre 2004, aveva risposto che erano state accolte le richieste dei cittadini, specificando però che la giunta Regionale avrebbe potuto d’ufficio modificare la proposta presentata. La delibera del consiglio comunale che dà l’autorizzazione ai lavori, tuttavia, è dell’ottobre 2015, durante l’amministrazione Bigon. In quella sede era stato approvato lo schema di convenzione tra il Comune e un privato. In un allegato, si specifica: «Verrà cambiato il percorso della pista ciclopedonale realizzando un nuovo tracciato di collegamento alla pista prevista nel Prg per accedere al cimitero, alternativo a quello previsto (che quindi non segue più il corso del fiume)». Inoltre, sempre nella delibera si riferisce della costruzione del ponte. Il tratto, infatti, si inserisce nel percorso lungo l’argine del fiume Tartaro, che inizia vicino via Campagnole e dovrebbe arrivare in via San Ulderico per poi innestarsi in quella, da poco inaugurata, intercomunale. All’appello tuttavia mancano ancora qualche centinaia di metri per i quali serviranno ulteriori finanziamenti. Per il tratto al centro della polemica, quindi, si tratta di un’opera a spese di un privato a cui è stato necessario modificarne il percorso.

Dal novembre 2004 sono cambiati amministrazioni e sindaci. Tuttavia, trascorsi tredici anni, le motivazioni sono le stesse. Ancora oggi molti residenti di via Tartaro sono contrari alla costruzione di un ponte che, a detta loro, oltre alla sicurezza, non ha una funzione fondamentale nella viabilità cittadina. Alcuni, inoltre, lamentano che nessuno li aveva avvertiti dell’inizio delle operazioni fino a quando, un lunedì mattina, è arrivata la ruspa.

Nicolò Vincenzi

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