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Chiude l’hotel Marino
Ha ospitato i rifugiati

L’hotel Marino che ha chiuso nei giorni scorsi
L’hotel Marino che ha chiuso nei giorni scorsi
L’hotel Marino che ha chiuso nei giorni scorsi
L’hotel Marino che ha chiuso nei giorni scorsi

In due anni ha dato ospitalità ad almeno settantacinque richiedenti asilo. Alcuni di essi si sono fermati solo una o due notti. Altri mesi, se non anni. Solo pochissimi di essi, cinque in tutto, hanno assunto lo status di rifugiati. In ventidue hanno ottenuto un diniego alle loro richieste, e ora stanno attendendo l’esito del ricorso che hanno presentato.

Quanto agli altri, o sono andati in altri Paesi o stanno ancora attendendo il giudizio di primo grado.

Questi sono i numeri relativi al Centro di accoglienza straordinaria che è stato attivo all’Hotel Marino di Buttapietra dal maggio del 2015 sino a giovedì scorso. Numeri che però non bastano certo a descrivere la storia di una realtà che il paese ha voluto per buona parte del tempo tenere lontana dai propri orizzonti, visto che le attività di relazione sono state ben poche e solo nelle ultime settimane è stato avviato da parte del Comune un progetto volto a far svolgere la manutenzione di aree pubbliche, in forma volontaria, a cinque degli ospiti.

All’inizio l’arrivo degli extracomunitari aveva generato paure e polemiche, anche se alla fine non sono stati registrati problemi particolari. Anzi, alcuni degli ospiti hanno trovato lavori temporanei in aziende agricole della zona, uno di quelli che hanno ottenuto l’asilo politico è stato assunto dallo stesso albergo e, nell’ultimo torneo estivo di calcetto, gli stranieri del Marino hanno potuto presentare una loro squadra.

La storia del centro di accoglienza è terminata, sia perché le nuove regole relative a questo tipo di strutture sono poco gradite ai proprietari dell’albergo e sia perché per loro il lavoro era diventato più duro di prima, essendo morto improvvisamente nel novembre del 2016 uno di loro. Quello che gli aspiranti rifugiati chiamavano «Papi», Agostino Peroli.

La fine del Cas segna anche la fine di quella che a Buttapietra era una presenza storica. La famiglia Peroli, infatti, aveva fondato l’albergo 51 anni fa e poi lo ha sempre gestito. Ora, invece, lo ha chiuso ed ancora deve decidere quale sarà la futura sorte della struttura.LU.FI.

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