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Chiude «El bottegon»
al lavoro dal dopoguerra

Giuliana Veronesi con il marito Mario Vanin all’interno del negozio ormai vuoto FOTO PECORAUna foto storica del piccolo supermercato «El bottegon»
Giuliana Veronesi con il marito Mario Vanin all’interno del negozio ormai vuoto FOTO PECORAUna foto storica del piccolo supermercato «El bottegon»
Giuliana Veronesi con il marito Mario Vanin all’interno del negozio ormai vuoto FOTO PECORAUna foto storica del piccolo supermercato «El bottegon»
Giuliana Veronesi con il marito Mario Vanin all’interno del negozio ormai vuoto FOTO PECORAUna foto storica del piccolo supermercato «El bottegon»

La moria dei negozi di paese, ovvero delle cosiddette botteghe di vicinato, continua inarrestabile. Ad Erbè dal primo gennaio ha abbassato le saracinesche «El bottegon», storico negozio di generi alimentari, ma anche di frutta e verdura, che si trovava a pochi passi dalla chiesa parrocchiale, in pieno centro.

Il paese conta poco più di 1.800 abitanti, con una sola piccola frazione, quella di Madonna, e si ritrova adesso ad avere un solo negozio di generi alimentari e nessun fruttivendolo fisso.

«Abbiamo deciso di chiudere l’attività non tanto per il calo del lavoro, che invece si è sempre mantenuto su buoni livelli, quanto piuttosto per il fatto che i nostri due figli non hanno scelto di continuare a gestire il negozio», commentano con un un po’ di rammarico i coniugi Giuliana Veronesi e Mario Vanin.

«La bottega di generi alimentari, con un settore dedicato alla gastronomia con cibi cotti, aveva iniziato a lavorare nell’immediato secondo dopoguerra» racconta Giuliana, 61enne ora in pensione, che ha ereditato l’attività fondata da un suo prozio, al quale subentrarono poco dopo il papà Valentino Veronese e la mamma Antonietta. E qui c’è una storia nella storia. Il papà faceva di cognome Veronese, con la e finale, mentre la figlia Giuliana fa Veronesi, con la i finale, invece la sorella Elisabetta faceva di cognome Veronese come il papà. «Errori dell’anagrafe. Figlie dello stesso padre ma con cognomi diversi, che ci hanno creato non pochi problemi con gli uffici pubblici», lamenta sorridendo Giuliana.

Tornando al bottegon… «Ricordo che mio padre da giovane era stato garzone in una bottega di generi alimentari a Verona, dove aveva acquisito una certa esperienza che poi gli servì quando subentrò allo zio qui in paese». Infatti con l’ arrivo di Valentino el bottegon fu trasformato e ampliò di parecchio l’offerta di prodotti come nei negozi di città.

Nei primi anni ’70 a gestire il negozio si affiancò anche Giuliana con la sorella Elisabetta, trasformandolo in un piccolo ma fornito supermercato con l’aggiunta anche di frutta e verdura; a quegli anni risale l’inserimento della figura della cassiera, una novità per il piccolo paese.

Nel 1984 papà Valentino se ne andò e così toccò a Giuliana il compito di gestire in toto il negozio.

A darle man forte intervenne il marito Mario, 64 anni ora in pensione, sposato alcuni anni prima, il quale dopo una carriera di oltre 20 anni nell’esercito si congedò, cambiò professione diventando «l’aiutante in prima» della moglie nella bottega di generi alimentari.

«Oltre al negozio tradizionale», racconta ancora Giuliana, «aprimmo anche un settore dedicato alla gastronomia con varietà di cibi cotti. Si andava dalle verdure al baccalà, dalle trippe ai cotechini, dai polli allo spiedo ai cavoli o alle verze. Insomma, tutte quelle pietanze che, specialmente nelle famiglie moderne, si cerca di non preparare in casa perché lasciano troppo odore durante la cottura».

L’unico cruccio di Giuliana e Mario è che verrà a mancare questo tipo di servizio molto apprezzato non solo dalle persone anziane e sole ma anche dalle giovani coppie. «Ci auguriamo che la cessazione della nostra attività sia solo temporanea e che qualcuno subentri presto, per continuare a dare un servizio alla nostra piccola comunità».

Lino Fontana

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