<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">

Casa di riposo, salari
tagliati. Lavoratori
infuriati in riunione

Un gruppo di dipendenti della casa di riposo ascolta i rappresentanti sindacali FOTO PECORA
Un gruppo di dipendenti della casa di riposo ascolta i rappresentanti sindacali FOTO PECORA
Un gruppo di dipendenti della casa di riposo ascolta i rappresentanti sindacali FOTO PECORA
Un gruppo di dipendenti della casa di riposo ascolta i rappresentanti sindacali FOTO PECORA

Assemblea sindacale infuocata alla casa di riposo Benedetto Albertini. Convocata su richiesta dei dipendenti per questione contrattuali, a partire dalla restituzione di somme che vanno dai 5 ai 15 mila euro relative agli scatti di anzianità, si è riunita all’indomani della notizia dell’assoluzione del presidente del Cda della Albertini e dei revisori dei conti che si sono succeduti dal 2007 al 2013, fatto che ha contribuito a far sentire i lavoratori gli unici colpevoli del noto dissesto dell’Ipab. I sindacalisti presenti, Daniela Prencipe, Uil, Giuseppe Dotti, Cisl, e Sante Olivato, Cgil, hanno fatto il punto della situazione davanti ad una quarantina di dipendenti (in tutto sono 53) arrabbiati.

Prencipe ha esordito: «La notizia dell’assoluzione di alcuni soggetti coinvolti nella vicenda giudiziaria della Albertini può dare un senso di scoraggiamento, ma adesso si apre la fase civile. Sulla vostra situazione lavorativa è necessario ripristinare la normalità, abbiamo chiesto garanzie sui contratti, l’indennità di rischio è sospesa da tempo, vi è stata chiesta la restituzione di somme relative alle progressioni economiche orizzontali erogate in maniera illegittima secondo il commissario Rugolo (in carica fino al 16 aprile del 2015, ndr). Il cambio di commissario è positivo, (Stefano Guerra, ndr) è un funzionario della Regione, persona aperta e disponibile, ed è positiva l’apertura a trattare».

Gli interventi dei dipendenti hanno avuto tutti toni decisi e spesso si sono sovrapposti. Il primo è stato quello di Federica Peroli che ha detto, applaudita dai colleghi: «Fino adesso non sono stati fatti accordi scritti, come quindici anni fa, come le progressioni, come tutto quello che ci stanno fregando. Ci chiedono i soldi perché siamo noi quelli che abbiamo fregato! Vogliamo cose sicure scritte, basta chiacchiere. Porca vacca, io ho 150 euro in meno in busta paga!».

Chiara Brutti ha chiesto con altrettanta decisione: «Avevate detto che i ricorsi per le progressioni erano stati presentati. Perché non sono stati presentati? Non mi sento rappresentata in questo modo».

Una dipendente della squadra delle pulizie ha lamentato difficoltà nel lavoro, sia per coprire i turni che per la macchina lavapavimenti che non funziona; un’ex dipendente andata in pensione ha sottolineato la penalizzazione avuta sul piano economico.

A questo punto, Dotti è intervenuto: «Stiamo difendendo con i denti la situazione, se fossimo andati dal giudice l’estate scorsa non è detto che avremmo vinto. Ora con il commissario c’è un’apertura, andiamo a vedere le possibilità di accordo, dopo andiamo dal giudice. I lavoratori devono restituire somme, ma possiamo quantificare cosa deve essere dato ai lavoratori. Vediamo a che tipo di patteggiamento si può arrivare sulle progressioni. E dobbiamo avere in mano il bilancio per poter fare la ricostruzione del fondo e dare il via al contratto. Ma in tutto questo casino, c’è anche il fatto che la Regione, con 15 anni di ritardo, ha messo mano alla riorganizzazione delle case di riposo, destinate a diventare Fondazioni o Aziende pubbliche di servizi alla persona». La parola è poi passata ad Olivato che ha aggiunto: «Un caso simile al vostro l’ho trovato forse in Calabria. Io sarei più arrabbiato di voi. Non è vero che non è stato fatto niente, a partire dal fatto che è stato evitato lo spezzettamento della gestione dei servizi. E comunque se non vi danno le progressioni, devono restare nel fondo».

In tempi brevi i sindacati invieranno una lettera all’amministrazione con l’elenco delle richieste ed è stata fissata la data del 9 marzo per la prossima assemblea. In chiusura, Chiara Roveda, in veste di portavoce dei colleghi, ha lanciato un appello alle forze politiche locali che sembrano «essersi completamente dimenticate della casa di riposo», perché se ne ricordino in campagna elettorale, visto che «la situazione non è migliorata».

Mariella Falduto

Suggerimenti