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Assalti di notte. E il giallo del morto

Rapinati e picchiati. Un quasi novantenne finito in ospedale, il figlio ventiduenne con qualche ecchimosi. Un colpo che aveva fruttato felpe, una playstation, due telefonini e poco altro. Un colpo in una casa molto umile, che di certo non può suscitare interessi in un ladro.

LA COINCIDENZA. Eppure quei cinque o sei personaggi che sono entrati nell’abitazione della famiglia Furfaro, in via Gabina, a Villafranca potrebbero essere gli stessi che hanno depredato un agriturismo a Custoza quattro ore dopo. E se fossero loro, la nottata sarebbe finita in tragedia, visto che uno dei probabili rapinatori poi è stato investito in autostrada tra Sommacampagna e Peschiera ed è deceduto. Una sequenza complessa che gli investigatori stanno ricostruendo pezzo dopo pezzo e che ha risvolti drammatici e avventurosi insieme.

LA CASA. Per arrivare alla casa dei Furfaro si abbandona la provinciale, ci si immette in una comunale e poi ancora per qualche decina di metri in una strada sterrata che porta in mezzo alla campagna. In questi giorni, la porta della casa non c’è. La stanno riparando, quindi per la banda non è stato necessario sfondare o forzare l’ingresso. Solo spingere l’uscio. Quel gruppo voleva rubare o ipotizzava di farne un deposito per merce rubata? O semplicemente voleva riposare in attesa di andare a commettere un colpo vicino? E di quel gruppo faceva parte anche il romeno quarantaquattrenne che poi è stato investito sull’autostrada, decedendo sul colpo?

A MEZZANOTTE. Andiamo per ordine. Verso mezzanotte a casa Furfaro ci sono il novantenne Giacomino che sta guardando la televisione; al piano di sopra suo figlio Arcangelo 22 anni, che gioca con la playstation. Mamma Maria Pia è fuori, fa qualche lavoro saltuario come badante. «Questi sono entrati, forse credevano non ci fosse nessuno, ma hanno trovato mio padre che ha reagito ed è stato picchiato brutalmente, anche con una pala», racconta il figlio Arcangelo. «Lo hanno sbattuto con la faccia contro il tavolo. Volevano sapere dove si trova la cassaforte, dove avevamo l’oro».

Richiesta davvero bizzarra, considerata la casa. «Hanno picchiato anche me e poi sono scappati via», continua, «io mi sono preoccupato per mio padre perché era pieno di sangue. Adesso è ricoverato all’ospedale di Villafranca, in medicina. Ha problemi a una spalla, e qualcosa d’altro. I rapinatori erano molto aggressivi, delle bestie. Si sono portati via anche i miei vestiti». Sul caso i carabinieri stanno seguendo varie piste, decisi in primo luogo a capire perchè è stata scelta quella casa dei Furfaro. E poi quei vestiti rubati sono stati ritrovati in uno zaino, nei campi vicino all’agriturismo Principe Amedeo, a Custoza ieri mattina, durante un sopralluogo della Stradale. Sopralluogo avvenuto a seguito di un incidente mortale sull’autostrada tra Sommacampagna e Peschiera. Un incidente che potrebbe aver coinvolto uno dei rapinatori che facevano parte del commando.

L’INVESTIMENTO. Aveva 44 anni, romeno. Ieri mattina dopo le sei era in autostrada, a piedi, nel tratto tra Sommacampagna e Peschiera. È stato travolto chissà, forse dallo spigolo di un camion, il cui conducente potrebbe non essersi accorto dell’investimento. Ma l’impatto, per il pedone, è stato fatale. Morto sul colpo, per i politraumi riportati. Non poteva certo aspettarselo il camionista, quel pedone in mezzo alla strada. Se l’impatto fosse stato con un’auto probabilmente il conducente se ne sarebbe accorto più facilmente. In ogni caso si profila un caso di pirateria stradale. Il pedone è stato scaraventato per qualche metro e con lui centinaia di monetine se ne sono volate via. Tante. Troppe, per essere la moneta che un uomo di solito tiene in tasca. Sul posto l’ambulanza di Verona emergenza, il cui personale ha constatato il decesso dell’uomo, ma anche personale della polizia Stradale e il Coa, centro operativo autostrada.

Passo dopo passo ieri mattina si sono ricostruite le ultime ore del romeno, che ha svariati precedenti penali. L’uomo, con un gruppo di altre cinque persone aveva messo a segno un colpo all’agriturismo Principe Amedeo di Custoza. Un posto che si trova in mezzo al verde tra i vigneti. Gli stessi che costeggiano l’autostrada e da cui sarebbe sbucato l’uomo in fuga. Già perché alle 4.14 l’allarme dell’agriturismo è scattato e sul posto sono andati subito i proprietari che abitano a meno di 300 metri dall’edificio. E i fari della loro auto hanno messo in fuga i ladri che si sono dispersi seguendo diverse direzioni. Ieri mattina infatti durante un sopralluogo in zona, la polizia Stradale ha ritrovato il registratore di cassa e uno zaino nel vigneto.

TELECAMERE. Le telecamere dell’agriturismo hanno ripreso il gruppo, tutti gli uomini con uno zainetto in spalla, pronto ad essere riempito. E infatti spariscono bottiglie, fondo cassa, una telecamera, quella che si nota viene divelta. Ma i ladri sono costretti alla fuga. Forse questo non è il loro unico colpo della notte, ci sono altre indagini in corso. Poco lontano dall’agriturismo è stata commessa una razzia su camion in sosta. Non è escluso che si tratti dello stesso gruppo. E su questo indagano anche gli uomini della polizia Stradale che in collaborazione con i carabinieri ora mostreranno le foto del deceduto, assieme ad altre, alle vittime per una comparazione ed eventuale riconoscimento. Un dettaglio che potrebbe portare a tutta la banda e agli arresti dei componenti.

Alessandra Vaccari

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