<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">

Amarcord dalla bidella alle maestre

La maestra Rosa ZampolliGli alunni del primo anno di scuola del dopoguerra. Sul muro, una falce e un martello FOTOSERVIZIO PECORA
La maestra Rosa ZampolliGli alunni del primo anno di scuola del dopoguerra. Sul muro, una falce e un martello FOTOSERVIZIO PECORA
La maestra Rosa ZampolliGli alunni del primo anno di scuola del dopoguerra. Sul muro, una falce e un martello FOTOSERVIZIO PECORA
La maestra Rosa ZampolliGli alunni del primo anno di scuola del dopoguerra. Sul muro, una falce e un martello FOTOSERVIZIO PECORA

Una falce e un martello abbozzati sul muro della scuola. Quasi un grido di libertà, davanti al quale gli alunni delle elementari di Alpo - cresciuti tra Ventennio e seconda guerra mondiale - posano ignari per la foto di gruppo forse inaugurando un'infanzia sinora negata. È lo scatto dei bambini della frazione villafranchese nati tra il 1936 e il 1940, le gambine da saltafossi e l'aria curiosa, accompagnati dalla storica maestra Rosa Zampolli. E apre la mostra fotografica allestita alle scuole elementari Don Giovanni Calabria di Alpo per la sagra paesana. Visitabile fino a martedì, «C'era una volta la mia scuola elementare» è uno scrigno di ricordi che le famiglie di Alpo hanno tirato fuori dai cassetti mettendoli a disposizione del Comitato benefico della sagra, presieduto da Silvano Donisi.

Ne sono usciti cinque pannelli con 64 foto di classe, dal 1930 (anno di nascita dei bambini ritratti) al 2010, divise in cinque sezioni: la più suggestiva «Anni de 'na 'olta», poi Anni '70, Anni '80, Anni '90 e Anni 2000.

I bimbi del Ventennio sono in ordine in fila col grembiulino e il colletto bianco. Qualche anno dopo, la Liberazione porta posture più disinvolte, ma anche scarpe più logore, passate di fratello in fratello, e una voglia di ricominciare sprigionata dalle camicette bianche dei bambini e dai grandi fiocchi appesi ai capelli delle bambine. Nel gruppo 1936-1940 si scorge, oltre alla Zampolli, anche un piccolissimo Mario Perina, Marieto, più volte campione d'Italia di tamburello. E poi volti da libro Cuore sui banchi di scuola in legno delle classi 1937-1938.

Man mano che si procede con gli anni le foto si fanno più nitide e pian piano a colori. E in quel passare dei decenni si scorgono le colonne della scuola di Alpo: la maestra Zampolli, le colleghe che vennero dopo, Antonia Pasquali e Anna Pellegrini Brun, e il maestro Luigi Ciresola. Col passare del tempo, dalla struttura più vecchia, con le stufe Becchi in terracotta, di via Giorgio Bassani, si è passati alla scuola attuale degli anni Settanta in via Principe Federico di Saluzzo, che ha visto passare generazioni e generazioni di bambini, anche quelli -raccontano con orgoglio gli organizzatori- che nel 1988 andarono a salutare Papa Giovanni Paolo II in arrivo all'aeroporto militare di Villafranca.

«Fu un evento perché eravamo tra le uniche classi della città», raccontano Denis Ferrarin, allora bambino di dieci anni con il ricordo vivo del pomeriggio trascorso in attesa di Karol Wojtyla, e Graziella Pedrotti maestra per 26 anni alla scuola di Alpo. È lei la memoria storica: «Vede», dice indicando una donna in una foto, «questa era Corinna Cazzadori, la bidella. Altra istituzione». Corinna non aveva avuto fortuna nella vita. Era bidella perché vedova di guerra. Il suo fidanzato Tullio Sittoni era partito per il fronte della Grecia. E una volta tornato, pensando di restare in Italia, sposò Corinna. Ma una settimana dopo fu mandato con l'Armir nella steppa russa sul Don. «Non tornò più. Ma lei non perse mai la speranza. Non voleva cedere. Mi diceva: “Lo sognato anche stanotte. È vivo, Graziella, io sento che è vivo”».

«La scuola è sempre stata molto inserita nella realtà del paese, nel tessuto sociale di gruppi e associazioni», concludono Ferrarin, Alessia Marcolini, ex alunna della Don Calabria e insegnante di 29 anni, che con Elisa Magalini, hanno allestito la mostra, «e i cittadini hanno partecipato con entusiasmo alla raccolta delle foto che dura da quest'inverno. Anche le maestre passate per queste mura hanno dato una grande mano». Era dedicata a loro l'inaugurazione di ieri. Al taglio del nastro, con il dirigente scolastico Vito Solieri, sono state invitate tutte le insegnanti di un tempo e attuali, con un ricordo a quelle che non ci sono più.

Maria Vittoria Adami

Suggerimenti