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Alloggi per i profughi
Manni replica al Comune

Giuseppe Manni
Giuseppe Manni
Giuseppe Manni
Giuseppe Manni

Dai primi di luglio, a Mozzecane, si attende l’arrivo di un gruppo di nuovi profughi. Intanto l’amministrazione prosegue con la raccolta firme, per far cambiare idea al privato, che ha reso disponibili gli appartamenti. La minoranza mette in campo iniziative. Il Gruppo Manni, proprietario degli immobili offerti alla Prefettura, assicura che un alloggio sarà destinato ad una famiglia del territorio, in difficoltà.

La civica Progetto Futuro Mozzecane, all’opposizione, ha inviato in questi giorni al prefetto, Salvatore Mulas, al sindaco, Tomas Piccinini e alla sua squadra una comunicazione. Nello stesso tempo ha fatto protocollare una mozione per impegnare il consiglio comunale ad affrontare l’emergenza sfratti che grava su alcune famiglie residenti e l’accoglienza dei profughi.

Nel primo documento–spiegano Gino Anselmi, Silvia Al Zeer, Pier Fabio Frigo e Maddalena Martinato–«esprimiamo disappunto perché l’amministrazione non ci ha informato della distribuzione di volantini e raccolta firme (le sottoscrizioni, arrivate a quota 350 si ricevono in municipio, ndr) organizzate per scongiurare l’arrivo degli stranieri in case private; ci ha ignorato. Neanche una rapida riunione dei capigruppo». Il testo prosegue stigmatizzando toni ed atteggiamento assunti nei riguardi del prefetto e della famiglia Manni e «critica che l’ufficio anagrafe del Comune venga distratto dai suoi compiti istituzionali, per raccogliere le firme».

Nella mozione, invece, partendo dal riconoscimento che molte famiglie del paese si trovano in difficoltà a pagare affitti e mutui, Progetto Futuro Mozzecane propone a Piccinini di coinvolgere i proprietari delle numerose case vuote da destinare a residenti bisognosi. «Si potrebbe organizzare uno sportello di emergenza abitativa: i privati, con le garanzie del Comune, metterebbero a disposizione gli immobili. Si potrebbe istituire anche un fondo di solidarietà». Ciò senza dimenticare i profughi, che si spostano per sfuggire a guerre e persecuzioni. «Costituiamo una commissione tra maggioranza ed opposizione per gestire il nodo dei richiedenti asilo insieme», auspicano, facendo notare che la mozione, regolarmente depositata, non risulta all’ordine del giorno del consiglio, convocato per giovedì prossimo.

Nelle stesse ore anche il Gruppo Manni, invia una lettera di precisazioni a Piccinini. «Abbiamo sempre dimostrato grande attenzione al sociale e alla solidarietà. A Mozzecane, nel primi anni Duemila, negli appartamenti in questione, era già stato offerto alloggio, sostegno e lavoro a cittadini argentini di origine italiana in fuga dal Paese in crisi economica. Per questo il nostro Gruppo ha ottenuto vari riconoscimenti istituzionali. Inoltre è fondatore e primo finanziatore di un ospedale infantile in Etiopia e della Brain Research Foundation, che sostiene la ricerca nelle neuroscienze a Verona», si legge nel testo, firmato dal presidente, Giuseppe Manni, che poi scende nel merito della questione richiedenti asilo.«Preso atto della richiesta del direttore della Caritas veronese, don Giuliano Ceschi, abbiamo accordato alla Prefettura la disponibilità di quattro miniappartamenti in totale gratuità, non certo per arricchirci». Un appartamento, il più grande, sarà invece messo a disposizione di una famiglia indicata dall’amministrazione. «Concederemo in comodato anche uno spazio confinante, adatto ad ospitare piccole attività artigianali non inquinanti», aggiunge Manni.

Il Gruppo precisa che la Caritas, garante della sorveglianza e del sostegno ai profughi, indica in 12 persone-non 20 o 30 come finora comunicato-il numero degli occupanti dei quattro alloggi. «In questo modo», aggiunge, «intendiamo offrire sicurezza ad alcuni richiedenti asilo e sostegno a una famiglia del paese».

Valeria Zanetti

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