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Addio al volontario Mosè
Scrive il Nunzio in Siria

La bara di Mosè Muraro, volontario morto a 36 anniLa chiesa gremita di persone ai funerali di ieri pomeriggio FOTO PECORA
La bara di Mosè Muraro, volontario morto a 36 anniLa chiesa gremita di persone ai funerali di ieri pomeriggio FOTO PECORA
La bara di Mosè Muraro, volontario morto a 36 anniLa chiesa gremita di persone ai funerali di ieri pomeriggio FOTO PECORA
La bara di Mosè Muraro, volontario morto a 36 anniLa chiesa gremita di persone ai funerali di ieri pomeriggio FOTO PECORA

Oltre cinquecento persone hanno assistito ieri pomeriggio alle esequie del giovane Mosè Muraro, architetto, scomparso alcuni giorni fa all’età di 36 anni per un male incurabile. La comunità di Buttapietra ha voluto così dare l’ultimo saluto ad un ragazzo molto impegnato nel volontariato, nella parrocchia e nelle associazioni locali, definito dal parroco don Francesco Todeschini, che ha officiato il rito funebre con il fratello monsignor Ottavio Todeschini, parroco di Ca’ di David, «scrupoloso, stimatissimo da tutti. Un giovane del quale ci si poteva fidare ciecamente come persona e come professionista».

Prima di iniziare la cerimonia funebre don Francesco ha dato lettura di un messaggio di partecipazione al lutto della famiglia Muraro inviato dal Nunzio apostolico in Siria, monsignor Mario Zenari, arcivescovo di Damasco. Il prelato ha sottolineato come Mosè abbia saputo affrontare la malattia con tanta serenità di spirito. Monsignor Zenari, amico della famiglia Muraro fin dagli anni ’70 quando fu nominato curato ed ebbe il suo primo incarico pastorale proprio nella parrocchia di Buttapietra, un paio di settimane fa, in occasione di un suo rientro in Italia per far vista ai suoi che risiedono a Rosegaferro, ha visitato, come era solito fare, la famiglia Muraro e il giovane Mosè. Nella sua omelia, don Francesco ha ricordato la figura del giovane che aveva messo a disposizione gratuitamente la sua professionalità. «Mosè amava approfondire la sua fede parlando come me perché aveva la consapevolezza di vivere con Cristo. Era una persona altruista e sapeva infondere amore e amicizia nel prossimo. Era fin troppo buono. Un esempio di fede e non si è mai lamentato della sua malattia, non si è mai ribellato, ma l'ha affrontata con tanta serenità d'animo come ho avuto modo più volte di constatarlo durante le mie visite nella sua abitazione». Prima del termine della messa sono stati letti alcuni pensieri sul giovane rimarcando la sua generosità e semplicità. «Lui ha sempre lavorato per il bene comune», ha concluso la nota del Consiglio pastorale di cui Mosè faceva parte.

Lino Fontana

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