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POVEGLIANO

A casa per due mesi
Alunno “in classe“
attraverso Skype

Una studentessa al computer su Skype FOTO PECORA
Una studentessa al computer su Skype FOTO PECORA
Una studentessa al computer su Skype FOTO PECORA
Una studentessa al computer su Skype FOTO PECORA

Il futuro a portata di clic alla scuola primaria Anna Frank di Povegliano. Proprio in questi giorni ricorre il trentesimo anniversario della prima connessione internet in Italia, e adesso, questa tecnologia ha permesso a un bambino, operato all’anca, di perdere il minor numero di giorni di scuola, nonostante la convalescenza sia durata oltre due mesi. L’alunno di quinta, è dovuto rimanere a letto bloccato per diverso tempo e questo lo avrebbe costretto anche a non seguire le lezioni. Grazie alla connessione internet, un tablet e un portatile tutto questo è stato superato. «Mio figlio», racconta la mamma, «dopo l’operazione di febbraio ha passato un periodo difficile, ma grazie a questa trovata della maestra si è sentito meno solo e non isolato, vivendo il momento nel modo più normale possibile». Il computer portatile posizionato sul banco in prima fila consentiva all’alunno, grazie alla telecamera, di vedere la lavagna e sentire la lezione. L’insegnante di italiano, inglese e storia con microfono e cuffie assicurava che si potesse seguire il tutto nel miglior modo possibile. Talvolta, poteva anche intervenire facendo domande dal suo tablet e interagire con i compagni che ogni tanto si facevano vedere mettendosi davanti al computer, oppure sentire i loro interventi.

Una attenta collaborazione ha consentito la buona riuscita dell’esperimento. I compiti, le fotocopie e il materiale dato a lezione per quanto riguarda matematica e geografia arrivavano a casa dell’undicenne grazie al gemello, avendo entrambi la stessa maestra, anche se in sezioni diverse.

Ulteriore collaborazione stava nella scelta degli argomenti da trattare e le tempistiche fra le due classi in modo che i collegamenti fossero possibili. La sera prima la maestra mandava un messaggio alla mamma affinché il figlio fosse pronto per seguire la lezione all’ora stabilita.

«L’idea di fare scuola via Skype, tutte le mattine possibili per qualche ora», spiega l’insegnante, «mi è venuta quando la mamma al colloquio ha riferito che il figlio sarebbe stato operato e avrebbe perso molti giorni di lezione. Virtualmente ha potuto seguire tutta la parte orale e quella interattiva sulla lavagna multimediale, oltre ai progetti attivati dalla scuola con personale esterno come gli insegnanti di disegno e fumetto. Per quella scritta, invece, mandavo una foto con il testo sul telefonino della mamma. È stata necessaria solamente una liberatoria firmata dai genitori degli altri alunni. Con il consuetudinario servizio a domicilio, il quale prevede che sia l’insegnante a raggiunge la casa del bambino assente una volta a settimana per una o due ore, invece, l’iter burocratico sarebbe stato molto più lungo. Inoltre, tutto questo servizio non ha avuto nessun costo aggiuntivo per la scuola a differenza dell’altro, lasciando la possibilità all’istituto di usare quei soldi, che altrimenti sarebbero stati spesi, per finanziare nuovi progetti».

«Una delle cose più importanti», prosegue l’insegnante, «è il fatto che nei giorni in cui era collegato con la classe e seguiva le lezioni anche dal punto di vista formale non veniva considerato assente».

Nel giorno del rientro a scuola, lo scorso 26 aprile, è stato accolto da un cartellone creato dai compagni per dare il loro personale benvenuto. Il percorso di riabilitazione è a buon punto, anche se dovrà utilizzare le stampelle fino a metà giugno. Ciò ha impedito al bambino di partecipare alla recente gita per la tradizionale visita a Verona romana. Pur stando sul letto di casa, grazie a video e foto girati e scattate durante la giornata ed inviati in tempo reale anche lui ha potuto vederla e essere coinvolto in uno dei giorni più belli dell’anno scolastico. Nelle prossime settimane il rientro sarà definitivo, per ora invece si reca a scuola per le prime ore della mattina, collegandosi ancora tramite internet per le ultime. Il dirigente scolastico, Vito Solieri precisa: «Il compito della scuola è quello di mettere gli alunni al centro, trovare la soluzione migliore per loro e per le diverse esigenze. Io ho solo svolto il mio dovere istituzionale». La tecnologia ha avuto un ruolo fondamentale ed essenziale, ma le maestre sottolineano che tutto sarebbe stato vano senza la buona volontà che l’alunno ha sempre dimostrato.

Nicolò Vincenzi

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