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Vendemmia con i fiocchi I 230 soci alzano i calici

I soci della Cantina Valpolicella Negrar. La cooperativa venne fondata  nell’estate del 1933
I soci della Cantina Valpolicella Negrar. La cooperativa venne fondata nell’estate del 1933
I soci della Cantina Valpolicella Negrar. La cooperativa venne fondata  nell’estate del 1933
I soci della Cantina Valpolicella Negrar. La cooperativa venne fondata nell’estate del 1933

Il viaggio come ponte tra passato e futuro, in cui i successi sono tali da far dimenticare anche eventuali peripezie affrontate lungo il cammino. Domani i 230 soci viticoltori di Cantina Valpolicella Negrar si ritroveranno in sede per festeggiare l’85° anniversario della cooperativa con un’etichetta celebrativa di Amarone Domìni Veneti dedicata a Ulisse, il viaggiatore per eccellenza e simbolo della Cantina. Sarà una domenica all’insegna della classicità, dunque, in cui si festeggerà anche la conclusione della vendemmia e si metterà a fuoco la tendenza verso uno stile vinicolo tradizionale della Valpolicella che predilige vini dal contenuto meno zuccherino e più facili da bere. Sarà la vela di Ulisse riprodotta in oro nell’etichetta dedicata agli 85 anni di attività su uno sfondo di onde blu, a condurre Cantina Valpolicella Negrar nel suo viaggio dal 1933 a oggi. FU PER DIFENDERE la Valpolicella da speculazioni finanziarie che, nell’agosto di quell’anno, sei imprenditori decisero di dar vita alla Cantina Sociale Valpolicella: erano Gaetano Dall’Ora, che ne divenne il primo presidente, Carlo Vecchi, allora presidente del Consorzio Ortofrutticoltura di Verona, Giovanni Battista Rizzardi, Marco Marchi podestà di Dolcè, Pier Alvise Serego Alighieri e Silvio Graziani. Furono sempre loro a tenere a battesimo negli anni Trenta in bottaia - allora a Villa Mosconi a Novare di Arbizzano - quell’Amarone frutto di un caso fortuito e di una felice intuizione di come stavano cambiando tanto i vini della Valpolicella quanto il gusto dei consumatori. «Da allora la forza sempre più numerosa della nostra realtà associativa ha contribuito a farci crescere in dimensioni e modernità», dichiara il presidente, Renzo Bighignoli, «ma la componente forse più importante rimane il territorio, inteso sia come patrimonio viticolo ma anche come generazioni di viticoltori che si tramandano l’amore per una terra da tutelare e difendere». I soci avranno modo, inoltre, di fare il punto sulla vendemmia. Chiusasi con oltre il 20 per cento in più di uva prodotta rispetto al 2017, ha richiesto grande professionalità in campo da parte dei viticoltori con la regia di Claudio Oliboni, tecnico di campagna della cooperativa. «NELL’ARCO dell’anno si è resa necessaria un’adeguata difesa sanitaria delle viti, la regolazione dell’eccesso produttivo di alcune di esse e la scelta dei migliori grappoli per la vendemmia», spiega Oliboni. A far la differenza qualitativa è stata la collina: le pendenze hanno permesso di sgrondare le acque in eccesso e portare l’uva a perfetta maturazione, complice il colpo di coda estivo tra settembre e ottobre, raggiungendo una gradazione zuccherina inferiore agli anni precedenti, un accumulo fenolico equilibrato e un’acidità molto alta. «Sono tutte caratteristiche che fanno pronosticare vini Valpolicella eleganti e vini Amarone di collina dotati di buona longevità», conclude l’enologo e direttore generale di Cantina Valpolicella Negrar, Daniele Accordini. «Il loro sarà uno stile più vicino alla tradizione del territorio, che vedeva vini meno zuccherini e più vicini al gusto moderno». •

Camilla Madinelli

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