<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">

Radici valpolicellesi
il presente è all’estero

Serata alquanto interessante da vari punti di vista, quella svoltasi di recente, nella sede del Rugby club Valpolicella a San Pietro in Cariano. Alla presenza del presidente dei Veronesi nel mondo Fernando Morando, del vice Enzo Badalotti, del segretario generale Paolo Marconi, del presidente zonale Sergio Ruzzenente, del vice e segretaria Alessia Beghini, del segretario storico Giovanni Zantedeschi e del presidente onorario del Circolo Valpolicella dell’associazione Veronesi nel mondo Benito Scamperle, hanno parlato due giovani reduci da una lunga emigrazione.

Ospite della serata l’assessore alle associazioni del Comune di San Pietro in Cariano Fabiola Degani e un pubblico attento e partecipe.

Uno degli emigrati, Luca Roncari, ha vissuto per nove anni a Sidney e dal 2012 abita con la moglie e due figli in una città nel nord dell’Australia: Copacabana, come quella del Brasile. «Sono partito da Bure come maestro elementare e i primi anni ho insegnato italiano in Australia, tramite un’associazione che sosteneva il progetto ma poi con il taglio dei fondi ho dovuto rinunciare. Oggi sono un piccolo imprenditore che mi occupo di cucina e insegno a bambini e adulti a cucinare i nostri piatti tipici parlando l’italiano. In Australia vi sono molti emigrati in mezzo a svariate etnie; c’è un’alta percentuale di italiani residente, specialmente veronesi e calabresi che vanno molto d’accordo. La presenza italiana ha contribuito in parte, in fatto di cultura enogastronomica, a far cambiare le abitudini degli australiani. Anche là la vita costa ma gli stipendi sono abbastanza adeguati».

L’altro emigrato che oggi è un fratello stimmatino e insegna al liceo a Verona è l’ingegnere Franco Marangoni che è vissuto molti anni nella Repubblica Sudafricana ad Joannesburg. Da giovane ha studiato là, dai Padri Maristi che gestiscono molte scuole.

Racconta: «Non vedevamo l’ora che terminasse la segregazione razziale. Prima la zona bianca era divisa da quella nera. La zona bianca era molto pulita e regnava l’ordine, invece le baraccopoli dove vivevano gli africani erano molto trascurate e regnava la miseria. Dopo la conclusione dell’apartheid sembrava che tutto si sistemasse, invece vi sono state molte conseguenze spesso negative. Fra le piaghe attuali vi è la criminalità e regna a livello politico la corruzione, iniziando dalle più alte cariche dello Stato. Io poi nel 2007 sono diventato aspirante della Congregazione degli Stimmatini che opera in varie città del Sudafrica e che è stata fondata a Verona nel 1816 da San Gaspare Bertoni. Vedevo che facevano molto bene e quindi ho pensato di consacrare la mia vita di laico in questo istituto. Ho visto troppe ingiustizie e a un certo punto ho maturato la vocazione».

Al termine dell’incontro sono state rivolte molte domande ai due ospiti dell’associazione e i vertici dell’associazione si sono complimentati. Ora hanno in cantiere nuovi incontri per far conoscere sia l’associazione che gli emigrati con le loro testimonianze. Tra i vari, l’obiettivo della sezione Veronesi nel mondo Circolo della Valpolicella Grand’Ufficiale Attilio Beghini è di sensibilizzare e raccogliere le varie testimonianze dei veronesi che per ragioni di studio, lavoro o per motivi personali si siano costruiti una vita all’estero e ciò al fine di far toccare con mano ai giovani esperienze positive di vita vissuta.M.F.

Suggerimenti