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Precipitano con l’aereo Morti pilota e istruttore

La carcassa dell’aereo precipitato in una zona collinare tra Montecchio e Arbizzano, alle spalle della tenuta Bertani FOTOSERVIZIO DIENNE
La carcassa dell’aereo precipitato in una zona collinare tra Montecchio e Arbizzano, alle spalle della tenuta Bertani FOTOSERVIZIO DIENNE
La carcassa dell’aereo precipitato in una zona collinare tra Montecchio e Arbizzano, alle spalle della tenuta Bertani FOTOSERVIZIO DIENNE
La carcassa dell’aereo precipitato in una zona collinare tra Montecchio e Arbizzano, alle spalle della tenuta Bertani FOTOSERVIZIO DIENNE

Alessandra Vaccari Precipitato un Cessna F150. Due le vittime: un istruttore di volo tra i più esperti e un allievo che giusto ieri aveva ripreso a volare e stava facendo il suo primo addestramento dopo la sospensione. Entrambi veronesi, entrambi molto conosciuti. Molto amici, uniti dalla passione per il volo e da una reciproca stima. Erano circa le 10.50 quando Lino Lavarini, 62 anni, agricoltore ma con la passione per il volo e il pilota Prospero Antonini,69 ex pilota dell’aeronautica pare abbiano chiamato la torre di controllo a Boscomantico per annunciare il loro rientro. Avevano appena sorvolato Montericco, dove per altro Antonini abitava. Poi qualcosa è accaduto. Forse un guasto. IL TESTIMONE. Potrebbe esserci questo all’origine della tragedia aerea di ieri mattina accaduta a Novare di Negrar. Un testimone ha detto di aver sentito un rumore insolito, come se il motore del velivolo avesse dei problemi, e poi di aver visto l’aereo «sfarfallare» e cadere. «Stavo lavorando nel cantiere», ha detto Antonio Lerose, uno dei muratori che stanno facendo le ristrutturazioni di uno degli immobili dell’ex tenuta Bertani, ora in parte acquisita da Angelini, dell’omonima casa farmaceutica. «Mi ha incuriosito il rumore del motore, era come se avesse un problema, per questo ho distolto gli occhi dal lavoro. Ho visto il piccolo aereo bianco che ballava e ho sentito un’esplosione e poi l’ho visto precipitare. Poi ho perduto la visuale, perché l’aereo è finito in un bosco e ho visto la colonna di fumo salire». C’era foschia, ma non nebbia, una visuale buona. Continua il testimone: «Ho incrociato altri due ragazzi in camminata e anche a loro ho chiesto se avessero visto qualcosa, e mi hanno detto che avevano già chiamato i carabinieri vedendo l’aereo precipitare». E infatti sul posto sono arrivate ambulanze, automedica, carabinieri, vigili del fuoco. E tanti amici e conoscenti delle vittime, perché la notizia della tragedia è arrivata subito all’aereoclub di Boscomantico. E sono stati tanti quelli che si sono precipitati sul posto, inizialmente sperando che la notizia non fosse vera, poi sperando che almeno i due occupanti fossero soltanto feriti, per poi scoprire che i due erano morti o nell’impatto o nel successivo incendio. IL LUOGO. L’aereo è precipitato dietro le cantine Bertani, sulle colline, in un posto impervio da raggiungere. Hanno faticato non poco i soccorritori ad arrivare sul posto: prima con i mezzi e poi a piedi. Hanno trovato l’aereo in fiamme, i corpi carbonizzati. Serviranno giorni per capire che cosa sia accaduto. L’Ansv, agenzia nazionale per la sicurezza del volo ha aperto un’inchiesta sull'incidente all’aeromobile Cessna F150 marche di identificazione I-CENE. L’INCHIESTA. L’Ansv ha immediatamente disposto l’invio di un proprio investigatore sul luogo dell’evento. Che assieme ai carabinieri della Sezione investigativo scientifica di Caprino (sul posto anche il maggiore Christian Arvoti), cercheranno di trovare le cause della tragedia. Sul posto anche gli uomini dell’impresa di pompe funebri che hanno poi portato le salme all’istituto di medicina legale di Borgo Roma, dove il pubblico ministero di turno potrebbe decidere di disporre l’autopsia su ciò che resta. Ma la pista del malore di uno dei due non è pressochè presa in considerazione. È molto probabile che si sia trattato di un guasto, nonostante la manutenzione, qualcosa di imprevedibile, perché, come hanno sostenuto tutti gli altri piloti e paracadutisti arrivati sul posto, «Prospero qualsiasi altra causa non fosse un guasto, avrebbe risolto la situazione». Antonini aveva trasmesso la passione anche alla figlia, Alice, che è da alcuni giorni capo corso al 124esimo Aucp dell’accademia aeronautica militare di Pozzuoli. Diceva l’alpino che voleva diventare pilota: «Nessun ostacolo potrà fermarti finchè la voglia di volare sarà più forte della paura di cadere». E lui paura non ne ha avuta mai. Forse neanche ieri. •

Alessandra Vaccari

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