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PESCANTINA

Nonna Luigina ha spento in scioltezza 106 candeline

Si interessa a tutto, anche ai numeri del contatore della luce e del gas, ogni mese, scrupolosamente
Luigina Pavoncelli, al centro, con la torta dei 106 anni FOTO AMATO
Luigina Pavoncelli, al centro, con la torta dei 106 anni FOTO AMATO
Luigina Pavoncelli, al centro, con la torta dei 106 anni FOTO AMATO
Luigina Pavoncelli, al centro, con la torta dei 106 anni FOTO AMATO

Dopo i cento, una passeggiata: è quella di Luigina Pavoncelli classe 1908, che si è lasciata alle spalle in scioltezza la candelina numero 106. Una festa, la sua, che trae in inganno anche l'occhio esperto del nostro fotografo Vincenzo Amato che, entrando nella sala della bella casa di viale Verona, dove Luigina abita, si è lasciato sfuggire «Qual è la signora?». E commenta: «Ne ho viste di centenarie, ma la signora Luigina è proprio speciale». Ma lei lo ripaga subito: «Famela bèla la foto, se no gnente: par na 'olta che vao su L'Arena!». Oggi tra le amiche c'è anche la signora Elena Salvaro di 91 anni, che è stata a lungo operaia al salumificio Pavoncelli. La torta di crema e pan di Spagna l'ha preparata Marietta, la devota badante di Luigina, che si è scoperta anche pasticcera. «Senti che bona!», esclama Luigina prima di raccontare il sogno alle nipoti Anna e Gabriella e alle altre amiche e vicine: oggi è una festa solo al femminile.
«Mi sono svegliata e chiedo alla Marietta cosa ho fatto», racconta. «Mi dice che l'avevo chiamata alle 3 di notte e non rispondeva. E mentre chiamavo la Marietta vedevo che avevo vicino mio marito Luigi e poi la mamma Rosa, i miei fratelli Roberto, Angelo, Guido e mia sorella Celestina. E mia mamma cercava di svegliarmi. Luigi era triste, forse perché non era la mia ora e dovevo tornare indietro...». Il paradiso può attendere per Luigina: è immersa totalmente nella vita. E si interessa a tutto, anche ai numeri del contatore della luce e del gas, ogni mese, scrupolosamente, come quando era al salumificio. Lo aveva fondato da giovane coi fratelli Angelo e Guido. Ha cominciato a lavorare a 17 anni e ha visto la trasformazione della macelleria del papà Ernesto in uno stabilimento che impiegava decine di operai. «All'inizio papà andava a Parona a prendere un po' di carne che allora si usava solo per gli ammalati. Poi ha cominciato a macellare da sette a dieci capi di bestiame a settimana e da lui venivano a rifornirsi tutti i macellai della Valpolicella. Quando anche nei paesi limitrofi cominciarono ad aprire le macellerie, papà Ernesto pensò che era ora di cambiare e allora ha comprato una macchina per fare salsicce a mano e da lì è partito tutto». Ha un ricordo struggente del marito, Luigi Beghelli di Dossobuono. E si interessa di tutto, con una vitalità e una parlantina che incantano. In paese è lei adesso a guidare la pattuglia delle centenarie con Maria Cecchini Turati e la signora Luigia Cecchini che li compirà il 19 ottobre. Lunga vita alla signora.L.C.

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