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Marchio di Valpolicella per attirare il turismo

Il marchio della Valpolicella presentato in Provincia
Il marchio della Valpolicella presentato in Provincia
Il marchio della Valpolicella presentato in Provincia
Il marchio della Valpolicella presentato in Provincia

Camilla Madinelli Altro che vacanze romane. La Valpolicella rivendica la sua ricchezza paesaggistica, culturale, artistica, enogastronomica e vuole metterla a servizio dei moderni viaggiatori «fai da te», alla ricerca di mete emozionanti e mai banali, rafforzando così l’economia legata al turismo da affiancare a quella del vino e della pietra. Così dall’enoturismo, a cui ha cercato di dare sostanza in questi ultimi anni seppur in modo disomogeneo, passa ora alla creazione e diffusione di un nuovo marchio d’area unificato con l’obiettivo di promuovere turisticamente in modo unitario quest’area veronese nota soprattutto per il vino. Questo marchio è stato presentato nella sede della Provincia, a Verona, dalla presidente della Strada del Vino Valpolicella, Miriam Magnani, e da sindaci e assessori degli otto Comuni della Valpolicella storica, ossia Dolcè, Fumane, Marano, Negrar, Pescantina, San Pietro in Cariano, Sant’Ambrogio e Sant’Anna d’Alfaedo. Il disegno, colorato ed elegante, ricorda nella forma sia un fiore che un calice. Accompagnato dallo slogan «Natura, Arte e Sapori» (guarda anche su larena.it), è stato ideato dal gruppo Neos di Valgatara e scelto all’unanimità, tra una decina di bozzetti, dalle otto amministrazioni comunali. Le tre vallate di Negrar, Marano, Fumane e la quarta valle dell’Adige con Dolcè sono identificate nel logo da quattro petali, di colori diversi come diverse sono le peculiarità. L’ansa azzurra del fiume le racchiude tutte in basso, sullo sfondo invece appaiono in grigio le montagne della Lessinia. Oltre al marchio, però, c’è di più. Il progetto di promozione turistica unitaria, infatti, affidato dai Comuni alla Strada del Vino «affinché sia il braccio operativo attraverso cui dare valore al territorio», spiega la presidente Magnani, comprende inoltre: il portale turistico infovalpolicella.it, on line da ieri, contenitore informativo e propositivo che raggruppa l’offerta turistica per invogliare italiani e stranieri a visitare la Valpolicella soggiornandovi più di un giorno o due; il primo corso di formazione iniziato il 17 gennaio rivolto a tutti coloro che, titolari o gestori di un’attività commerciale o ricettiva in Valpolicella, vogliono renderla anche un info point - ossia un punto in cui i turisti possono ricevere informazioni sul loro soggiorno in zona, in appoggio all’ufficio Iat a San Pietro in Cariano. Al momento sono 65 le attività valpolicellesi che stanno «studiando» per diventare info point, «un numero considerevole, considerato che siamo all’inizio, e che lascia ben sperare per il futuro», continua Magnani. Gli otto Comuni hanno versato circa 25mila euro, in due anni, per dare gambe all’intero progetto, sostenuto pure da Valpolicella Benaco Banca. «Dopo due anni d’intenso lavoro», conclude la presidente, «possiamo partire con un brand unitario, un portale che racconta il territorio e la formazione volta a migliorare l’accoglienza in modo diffuso. In Valpolicella non ci manca nulla, dagli itinerari in bicicletta ai vigneti, dalle terme alle discese con i gommoni sull’Adige. La nostra offerta è potente, dobbiamo solo trattenere i turisti più giorni per dimostrarglielo». • © RIPRODUZIONE RISERVATA

Camilla Madinelli

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