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L’oro della valle si prepara al Palio In lizza 30 campioni

Un’annata buona, ma non buonissima quella del 2017 per l’olio della vallata di Marano di Valpolicella, secondo gli organizzatori del Palio dell’Olio, che ogni anno si svolge a Marano di Valpolicella, in collaborazione con la Pro loco e con il patrocinio del Comune. Quest’anno il Palio si svolgerà da oggi a domenica e concorrono 30 campioni di olio novello prodotto dai coltivatori di Marano che lo conferiscono perché sia sottoposto, da parte di dell’Associazione interregionale produttori olivicoli, ad accurate analisi chimiche e poi selezionato e giudicato da una giuria sotto l’aspetto organolettico. Al prodotto giudicato migliore viene assegnato il Palio dell’olio 2016, attestazione scolpita su pietra dallo scultore Dario Marconi, che verrà consegnato domenica alle 16 a corte Zardini a Pezza. Durante la manifestazione si potrà degustare e acquistare a prezzi promozionali i migliori oli extravergine di oliva della Valle di Marano. «Sicuramente la nota caratteristica dell’annata è l’ottima resa e la buonissima qualità delle olive raccolte, anche se in quantità non sono stati raggiunti i numeri dello scorso anno, annata eccellente caratterizzata da raccolto abbondante», spiega Angelo Lonardi, del comitato. «Ma siamo soddisfatti comunque: è fisiologico che dopo un’annata come quella ci sia un lieve calo di produzione da parte della pianta, che è nota per alternare stagioni di grandi quantità ad altre più modeste. Un elemento eccellente del 2017 è dato dall’assenza della mosca olearia, che non si è riprodotta per il clima caldo-secco». La storia dell’olio in Valpolicella ha una nobile origine. Utilizzato dai monasteri della valle come combustibile per le lampade a olio delle chiese romaniche molto buie, nel corso dei secoli ha assunto un valore maggiore nella scala nutrizionale. «Oggi è l’unica coltura sopravvissuta allo strapotere della vite che in questa valle ha fatto la fortuna di molti, capaci, imprenditori. La zona su cui viene coltivato l’ulivo è marginale e non adatta alla vite. Ma come tutte le cose sofferte, anche l’ulivo sa trarre da questa nobile terra, l’essenza che lo configura come un prodotto pregiatissimo, ricco di proprietà», dice Dario Degani, presidente della Pro loco. • A.C.

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