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Il Dna del vino
a Villa
Lebrecht

Il dna della vite non ha più tanti segreti. E così, studiando a fondo la genetica, gli esperti stanno valutando come migliorare qualità di uva e vino e, nel contempo, contrastare frodi ai danni di consumatori e produttori.

Se ne parla oggi, a partire dalle 16, al dipartimento di Biotecnologie dell’Università di Verona ospitato a Villa Lebrecht, a San Floriano, durante il convegno in aula Berni dal titolo «De vini veritate – Applicazione di metodi analitici avanzati per la determinazione della composizione varietale in vini Doc e per la repressione delle frodi».

All’incontro viene presentata la ricerca svolta dall’ ateneo di Siena e finanziata dagli Usa sul dna del vino, condotta dalla direttrice del laboratorio di Genomica all’università senese, Rita Vignani. La professoressa illustrerà il nuovo metodo di controllo che permetterà di risalire dalla bottiglia, con l’analisi del dna, ai vitigni utilizzati per produrre quel vino.

A dibattere insieme a lei il tema ci saranno il docente di viticoltura all’università veronese, Maurizio Boselli, l’architetto Giorgio Sboarina, produttore che con la sua azienda Costa degli Ulivi ha già iniziato ad adottare per i suoi vini l’analisi del dna, le professoresse universitarie a Bari Cinzia Mantemurro e a Firenze Lisa Granchi, infine i vertici del Comando provinciale della Guardia di Finanza, a partire dal comandante colonnello Pietro Bianchi. Partecipazione libera.

Per informazioni, telefonare al numero 045.6838 088. C.M.

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