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Gelate e siccità
due fronti aperti
per l’agricoltura

Il problema del gelo preoccupa gli agricoltori in attesa di provvedimenti della Regione
Il problema del gelo preoccupa gli agricoltori in attesa di provvedimenti della Regione
Il problema del gelo preoccupa gli agricoltori in attesa di provvedimenti della Regione
Il problema del gelo preoccupa gli agricoltori in attesa di provvedimenti della Regione

Danni da gelo e siccità Ci sono le prime stime per i danni causati dalle inusuali gelate di queste notti. A fornirle è Christian Marchesini, che è presidente dei viticoltori di Confagricoltura Verona, oltre che del Consorzio di tutela del Valpolicella. Si tratta di cifre decisamente importanti, visto che in alcune zone si parla addirittura di una perdita totale dei germogli che le viti avevano già prodotto. «Al momento», spiega Marchesini, «è possibile avere un’idea solo delle conseguenze che hanno subito i vigneti». «Essa però basta a definire come decisamente eccezionale quanto è accaduto nelle notti di mercoledì e giovedì, una situazione di cui non si ricordano precedenti».

Due, secondo quanto sinora verificato, le zone maggiormente colpite. Ad Est, quella di Soave e San Bonifacio. Ad Ovest, quella del Bardolino, in particolare Cavaion, Calmasino e Costermano. Salva, invece, la Valpolicella. «In molte aree ci sono state perdite del 60-70 per cento ed in altre addirittura del 100 per cento», continua Marchesini. «La speranza, ora, è che ci sia un “ricaccio” dei germogli utile a recuperare almeno una parte della produzione», precisa.

I tecnici di Confagricoltura, d’altro canto, spiegano che attualmente sono in corso di verifica le conseguenze che ha provocato il freddo fuori stagione anche per quanto riguarda kiwi, ortaggi e patate. Sia Confagricoltura che Cia (Confederazione italiana agricoltori), per tutte queste situazioni, già annunciano la richiesta alla Regione di proclamare lo stato di calamità naturale, che permetterebbe di ottenere risarcimenti alle aziende con danni superiori al 30 per cento.

Intanto la Cia ha deciso di prendere una posizione netta anche in merito all’altro grave problema con cui si trova ad aver oggi a che fare l’agricoltura: la siccità. Ieri, al termine dell’assemblea provinciale dei soci, il presidente del sodalizio Andrea Lavagnoli e la sua direttrice Marta Turrolla non hanno certo usato mezzi termini nel descrivere cosa intendono fare i loro iscritti. «Se l’acqua a scopo irriguo verrà dimezzata, allora anche i costi del consorzio di bonifica Veronese a carico delle aziende agricole vanno ridotti in maniera uguale, per questo chiederemo il rimborso parziale delle cartelle già pagate», hanno affermato.

«Le nostre aziende non mettono in discussione il fatto che, considerata la scarsità attuale di risorse, venga data la precedenza all’uso dell’acqua per i fabbisogni umani, ma è giusto che esse paghino in proporzione di quello che ricevono», dicono i rappresentanti di Cia.

Secondo i quali i consorzi dovrebbero dotarsi di fondi speciali per restituire i soldi a coloro a cui non danno acqua a sufficienza e va realizzata una pianificazione delle risorse a livello Triveneto. Sempre ieri il presidente ed il direttore del consorzio Veronese, Antonio Tomezzoli e Roberto Bin, hanno inviato una lettera a tutti gli utenti in cui si scusano per l’impossibilità di evitare il taglio di tutte le derivazioni d’acqua dall’Adige conseguente allo stato di crisi idrica decretato dal presidente della Regione Luca Zaia e spiegano che «la situazione non lascia intravvedere scenari positivi per il futuro».

«Specialmente nei Comuni di Pescantina, Bussolengo, Sona, Castelnuovo, Valeggio e Villafranca la situazione è già molto difficile e nei prossimi giorni potrà peggiorare visto che si dovranno riempire le risaie». Il loro unico augurio è che «nei prossimi giorni arrivino buone notizie dal cielo». Ovviamente, in forma di pioggia.

Luca Fiorin

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