<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">

Ex Lonardi, colpo di spugna del Tar

L’area ex Lonardi. « Se non è  bella la realizzazione di nuove case, lo sono ancora meno i capannoni in abbandono e gli scheletri di acciaio divorati dalla ruggine», dice il sindaco Accordini FOTO AMATO
L’area ex Lonardi. « Se non è bella la realizzazione di nuove case, lo sono ancora meno i capannoni in abbandono e gli scheletri di acciaio divorati dalla ruggine», dice il sindaco Accordini FOTO AMATO
L’area ex Lonardi. « Se non è  bella la realizzazione di nuove case, lo sono ancora meno i capannoni in abbandono e gli scheletri di acciaio divorati dalla ruggine», dice il sindaco Accordini FOTO AMATO
L’area ex Lonardi. « Se non è bella la realizzazione di nuove case, lo sono ancora meno i capannoni in abbandono e gli scheletri di acciaio divorati dalla ruggine», dice il sindaco Accordini FOTO AMATO

La seconda sezione del Tar del Veneto ha annullato l’accordo sulla riqualificazione dell’area ex Lonardi. Nella camera di consiglio del 25 maggio scorso, i giudici del Tribunale amministrativo regionale per il Veneto hanno respinto il ricorso della Immobiliare Cameri srl, proprietaria del compendio industriale, contro la delibera approvata dal Consiglio comunale il 16 marzo 2015, che annullava l’accordo di programma tra la Regione, il Comune di San Pietro e la Cameri, per la riconversione residenziale dell’ex carpenteria metallica, adottato dalla precedente amministrazione comunale, guidata da Gabriele Maestrelli.

«Ci siamo assunti le nostre responsabilità», commenta soddisfatto il sindaco Giorgio Accordini. «Tenendo fede a quanto dichiarato nel programma elettorale, ci siamo impegnati per impedire questo accordo. Abbiamo deciso di rischiare, nonostante le non tanto velate “minacce” della Cameri, di ritenere i consiglieri comunali responsabili del mancato accordo e di chiedere un consistente risarcimento danni».

Tutto era comiciato con il Consiglio comunale convocato dall’amministrazione Maestrelli il 13 maggio 2014, a ridosso delle elezioni amministrative, per deliberare l’unico punto all’ordine del giorno, che riguardava la ratifica dell’accordo di programma tra Regione, Comune e Cameri, per la riqualifica urbanistica e ambientale dell’area industriale. Come si legge nella sentenza del tribunale regionale, in quella seduta erano presenti 19 consiglieri su 21, chiamati a votare una mozione d’ordine della minoranza, in cui si chiedeva il ritiro di quell’unico punto all’odg, nel rispetto del decreto legislativo 267 del 2000, che prevede la sola adozione di atti urgenti ed improrogabili, dopo la pubblicazione del decreto per i comizi elettorali.

La mozione venne approvata in sede di votazione con dieci consiglieri favorevoli e nove contrari. Ma una volta che i dieci avevano lasciato l’aula consiliare, i nove rimasti avevano comunque approvato la delibera di ratifica dell’accordo di programma ex Lonardi.

«I giudici del Tar hanno confermato l’illegittimità di quella delibera, grazie anche all’ottimo lavoro svolto dagli avvocati Pasquini e Cavallo», continua Accordini, «e hanno riconosciuto validi i motivi di interesse pubblico, sostenendo che l’accordo di programma, con la trasformazione in residenziale dell’area, per 135 mila metri cubi, e la realizzazione solo parziale di un’opera viaria di rilevante entità e impatto, comporterebbe modifiche permanenti e rilevanti all’assetto territoriale. Il Tar ha sottolineato il mancato coordinamento con gli obiettivi del Pat».

I giudici hanno inoltre analizzato l’assetto urbanistico del territorio «Ne è risultato che un nuovo insediamento di quelle proporzioni concentrato in un unico ambito», spiega Accordini, «avrebbe comportato uno squilibrio nella distribuzione della popolazione, non in linea con le previsioni del Pat, che ipotizza il possibile incremento di 70-80 abitanti all’anno per i prossimi 10 anni in diversi interventi di recupero e rigenerazione urbana, coinvolgendo però l’intero territorio: con questo unico intervento sarebbero stati utilizzati tutti». La sentenza però, pur annullando il piano residenziale, non risolve i problemi ambientali dell’ex Lonardi. «Abbiamo vinto una battaglia, non la guerra», conclude il sindaco. «La zona è chiaramente degradata e la proprietà rimane privata. Dovremo cercare qualche soluzione condivisa. Se non sono belle le case, lo sono ancora meno i capannoni in abbandono e gli scheletri di acciaio divorati dalla ruggine, dell’ex carpenteria metallica».

L’architetto Maddalena Anselmi, estensore del Pat, aggiunge: «I paesaggi degradati possono diventare una grande opportunità, perché rappresentano riserve di spazio che consentono scelte diverse da quelle assunte in passato, favorendo una crescita consapevole e virtuosa, un nuovo adattamento. È il concetto di resilienza, la capacità cioè del paesaggio di adattarsi in maniera positiva ai mutamenti, a ricostruirsi e riorganizzarsi restando sensibile alle opportunità positive che gli vengono offerte, senza perdere la propria identità».

Gianfranco Riolfi

Suggerimenti