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Delitto di Valgatara, arrestato
l’ultimo ricercato della banda

Il ristoratore Luciano Castellani era il proprietario della trattoria L’Agnella a ValgataraIon Nicolae, 43 anni, romenoSettembre 2016, controlli dei carabinieri a Valgatara
Il ristoratore Luciano Castellani era il proprietario della trattoria L’Agnella a ValgataraIon Nicolae, 43 anni, romenoSettembre 2016, controlli dei carabinieri a Valgatara
Il ristoratore Luciano Castellani era il proprietario della trattoria L’Agnella a ValgataraIon Nicolae, 43 anni, romenoSettembre 2016, controlli dei carabinieri a Valgatara
Il ristoratore Luciano Castellani era il proprietario della trattoria L’Agnella a ValgataraIon Nicolae, 43 anni, romenoSettembre 2016, controlli dei carabinieri a Valgatara

Mancava lui, quello ritenuto il più pericoloso e violento. L’ultimo componente della banda che ha ammazzato il ristoratore di Valgatara, il settantatreenne Luciano Castellani, il 27 settembre 2016.

Ion Nicolae, 43 anni, svariati precedenti penali in patria, residente in Romania, vicino a Costanza, è stato rintracciato grazie ad una proficua collaborazione tra i carabinieri italiani e quelli romeni ai quali Nicolae era stato segnalato in Romania.

Secondo gli inquirenti, come hanno spiegato durante la conferenza stampa sull’arresto dell’uomo, Nicolae non soltanto è stato l’ideatore del furto che poi si è trasformato in rapina, ma anche, probabilmente l’esecutore materiale del pestaggio dell’anziano ristoratore. Ed è ritenuto anche il basista. Era stato lui ad individuare il ristoratore, chissà attraverso quali canali.

Era da mesi che i carabinieri erano sulle tracce di Nicolae. I militari del nucleo investigativo erano arrivati a lui, ma era sgusciato via dalla Romania non appena aveva subodorato che per lui potevano spalancarsi le porte della galera. Le loro attività investigative aveva dato esito negativo fino ad quando da informazioni acquisite, Nicolae è stato localizzato con buona approssimazione in Spagna dove vive la sua compagna. In particolare in una zona limitrofa all'aeroporto di Madrid. E quando sono scattati gli arresti per il resto della banda, le forze di polizia spagnole erano state anche a casa sua, ma non lo avevano trovato. I mesi sono passati, i controlli però non sono cessati. I servizi di osservazione richiesti ed effettuati dal Fast (fugitives active searching team) spagnolo nell'area d'interesse hanno dato esito positivo. er il blitz, vista la pericolosità del soggetto (che è esperto di kick boxing) e la sua inclinazione alla violenza, è stato attivato il Geo (Grupo Especial de Operaciones, sarebbe il nostro Gis) che è entrato in azione all'ora di pranzo di lunedì, facendo irruzione nell'appartamento e procedendo all'arresto del latitante.

Iniziano ora le procedure per la consegna all'Italia che si dovrebbero concludere in pochi giorni.

«Con questo arresto abbiamo chiuso il cerchio», ha commentato il neo comandante del reparto operativo dell’Arma veronese, tenente colonnello Fabrizio Cassatella, al fianco del maggiore Raffaele Federico, che comanda il Nucleo investigativo e ha fisicamente condotto l’indagine, «fondamentale è stata la collaborazione con lo Scip, il Servizio di cooperazione internazionale di polizia che ha fatto da coordinamento con l’estero. In carcere con l’accusa di rapina e omicidio sono dunque finiti in cinque. La sesta componente, la donna, deve rispondere del reato di tentata rapina.

Si tratta di Marian Florin Suteanu, 41 ANNI; Florin Diaconu (detto Giovanni), 50 anni, estradato il 17 luglio scorso; l’ordinanza era stata eseguita in Romania, dove i due indagati si trovavano a metà luglio, al momento dell’arresto. I due che insieme ai fratelli Eugen e Constantin Negrescu (rispettivamente di 31 e 41 anni). Ai domiciliari era stata subito posta Daniela Bulilete, 38 anni, che aveva guidato l’auto fino alla casa della vittima.

Si chiude così una parentesi nera della cronaca veronese. La brutalità del pestaggio aveva impressionato perfino la donna della banda che durante un’intercettazione telefonica aveva detto: «Lo hanno battuto come un fagiolo», facendo riferimento alla scognatura, quando nello società rurali, un tempo, mettevi i baccelli sull’aia e li percuotevi per fino a far uscire il fagiolo. A Castellani i delinquenti chiedevano la chiave della cassaforte, ma lui non aveva ceduto anzi aveva tentato di reagire afferrando una delle sue pistole.

Alessandra Vaccari

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