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Da Bepo Spela a oggi, settant’anni di versi «de soca»

Giuseppe Faccincani, uno degli storici presidenti del Cenacolo
Giuseppe Faccincani, uno degli storici presidenti del Cenacolo
Giuseppe Faccincani, uno degli storici presidenti del Cenacolo
Giuseppe Faccincani, uno degli storici presidenti del Cenacolo

Compie 70 anni il Cenacolo di poesia dialettale veronese Berto Barbarani, presieduto da Elvira Venturi Zoccatelli. La ricorrenza sarà festeggiata oggi a Villa Quaranta di Ospedaletto con un’edizione straordinaria del Simposio, l’incontro dei poeti che di solito si tiene con cadenza biennale. Era l'autunno del 1948 quando il poeta Giuseppe Barni, che si firmava Bepo Spela, con un annuncio sull’ Arena invitò tutti i praticanti di poesia dialettale ad associarsi per fondare un cenacolo di poesia. Risposero in 17 alla prima riunione all'osteria della Melia, in Corticella Sgarzerie. Nacque proprio così l'abitudine cenacolista veronese delle riunioni bimensili del giovedì sera per evadere dai guai del giorno, per parlare di cultura e di varia umanità e per corroborare tutti questi bei discorsi, innaffiandoli con qualche buon bicchiere. E c'erano anche le prime donne, Jole Simeoni Zanollo, Mirka Bertolaso Nalin, e Wanda Girardi Castellani, infaticabile organizzatrice culturale, segretaria e fondatrice del premio di poesia dialettale La Madonnina di Pescantina, scomparsa l’8 settembre 2017, dopo esser stata nominata presidente onorario a vita. Il sodalizio dei poeti dei versi «de soca», per prendere in prestito un’espressione dialettale («soca» è il pezzo di tronco che alimenta il fuoco o un ceppo), diventò ben presto un punto di riferimento civile e culturale per Verona, apprezzato da enti e autorità civili e religiose. La sua vitalità è testimoniata dalle personalità che lo guidarono: da Angelin Sartori a Gianni Faè, a Giuseppe Faccincani, fino a Piero Sartori e Michele Gragnato. Il Cenacolo ha via via allargato il giro d'orizzonti con tutta una serie di manifestazioni, della quali le più significative sono state le celebrazioni del 60° di fondazione e l'antologia che ha concluso questo ciclo. Ora l’appuntamento con il settantesimo e la nuova antologia segno di una ancora vivace presenza. Spiega il segretario Roberto Nizzetto: «Il Cenacolo è la società di poesia più vecchia del territorio veronese e forse anche del Veneto. Ha accolto i poeti più importanti della tradizione dialettale veronese da Bepo Spela ad Angelin Sartori a Wanda Girardi Castellani e moltissimi altri. La poesia dialettale è ancora vitale, però c’è il problema che i giovani, di fatto, parlano poco il dialetto e lo scrivono ancora meno. Come Cenacolo invitiamo i giovani a un confronto, attraverso esperienze di lettura e ascolto della poesia dialettale recitata dai nostri poeti. Molti soci, infatti, vanno stabilmente nelle scuole a portare la poesia dialettale e bisognerà trovare delle forme adeguate per trasmettere questa lingua che rischia altrimenti di scomparire». Lo spirito del Simposio è quello di unire i poeti e di farli interagire. «Il Simposio», continua Nizzetto, «è un incontro durante il quale si ritroveranno associazioni, poeti e amanti della poesia, sia veronesi, del Veneto e fuori regione, per stare insieme con la poesia. Il dialetto sarà il protagonista principale, ma si darà comunque voce anche alla poesia in italiano». Nell’occasione sarà presentata l’antologia del Settantesimo che comprende poesie di una quarantina di autori della stagione più recente: Anita Peloso Vallarsa, Elvira Venturi Zoccatelli, Bruno Etrari, Elena Falezza, Berta Mazzi Robbi e tanti altri. L'incontro di Villa Quaranta inizierà alle 9.30 con l'accoglienza dei partecipanti; alle 10 l'incontro culturale, con l'intervento e saluti delle autorità e poi si darà voce agli ospiti. •

Lino Cattabianchi

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