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Azalea, 25 anni dalla parte delle fragilità

La presidente della cooperativa Azalea Linda Croce FOTO PECORA
La presidente della cooperativa Azalea Linda Croce FOTO PECORA
La presidente della cooperativa Azalea Linda Croce FOTO PECORA
La presidente della cooperativa Azalea Linda Croce FOTO PECORA

Valeria Zanetti Venticinque anni di storia e di lavoro, focalizzato sul dare risposta ai bisogni delle persone. Bisogni che sono profondamente cambiati nel tempo. La cooperativa Azalea di Settimo di Pescantina taglia il traguardo del quarto di secolo e per l’occasione ha organizzato, nei giorni scorsi, il convegno alla Camera di commercio «Essere innovazione, fare comunità. Le cooperative come luoghi di nuove progettualità», si è data un nuovo logo e un nuova veste grafica. «Siamo partiti nel 1992 con servizi di presa in carico di pazienti affetti da problemi di salute mentale e Hiv. Gestivamo anche un centro per malati terminali di Aids a Sommacampagna», ricorda Linda Croce, presidente di Azalea, che ora conta su 513 soci, di cui 400 lavoratori. La coop fattura poco meno di 12 milioni l’anno, si fa carico dei bisogni di circa 20mila persone, eroga servizi in convenzione con 20 Comuni e in 32 strutture. Una quarantina le collaborazioni attivate con enti ed istituzioni pubbliche e private, 25 delle quali in associazione temporanea di impresa con altre realtà, per lo più sempre del Terzo settore. «Operiamo in tre grandi ambiti: le cure primarie, l’educazione e la cultura, l’inclusione. Offriamo servizi che integrano la medicina di base, ci facciamo carico dell’inserimento lavorativo di persone svantaggiate, lavoriamo anche sull’educazione, gestendo quattro nidi tradizionali e 15 in famiglia, oltre a servizi per minori e a centri aperti per il doposcuola», aggiunge Croce. Complessivamente, i progetti attivi in questo momento sono una settantina. C’è il più conosciuto, nato nel 1994, testimonianza della capacità di innovazione della coop veronese preso a modello da tutto il Terzo settore italiano, ovvero il «Gran Can hotel», ristorante di San Piero in Cariano che affianca turismo tradizionale a due comunità alloggio per persone con problemi di salute mentale. Poi c’è «Azalea Home», il laboratorio artigianale nel quale si facilita l’inserimento lavorativo attraverso la realizzazione di lampade. «Oggetti belli da inserire nell’arredamento domestico e da acquistare non per fare un’offerta, ma perché soddisfano il gusto», sottolinea la responsabile. Per fare un altro esempio, Azalea gestisce il programma di inserimento nei Comuni di amministratori di benessere di comunità, già attivo in otto amministrazioni veronesi, per facilitare la costruzione di relazioni tra chi vive lo stesso contesto e per contribuire alla gestione del quotidiano. Oggi l’obiettivo di Azalea è rafforzarsi come impresa sociale. «Abbiamo nuove sfide da vincere: gli anni passati sono stati caratterizzati da una profonda crisi economica che ha fatto emergere non solo bisogni collettivi, ma anche fragilità individuali. Dobbiamo sforzarci di cercare soluzioni, di diventare più efficienti, di imparare a comunicare meglio quel che sappiamo fare, dato che creiamo posti di lavoro, profitto e produciamo risparmi nella presa in carico di situazioni complesse. Quindi dobbiamo abituarci ad essere sempre più impresa pur se nel Terzo settore», ribadisce la presidente. «Per centrare l’obiettivo, occorre ascoltare le richieste ed imparare a co-progettare risposte mirate», evidenzia. Percorso che si sta seguendo con «Sliding Jobs», in pianificazione con l’Ulss 9 Scaligera, i Comuni di Verona e Sommacampagna, le cooperative sociali Aribandus e Coopselios di Reggio Emilia, con il supporto di Social Seed. Un progetto che cerca di rispondere alle esigenze di chi da una parte, per un periodo, non riesce a gestire tempi di lavoro e necessità familiari e di chi, d’altro canto, cerca occupazione e magari formazione anche partendo da un monte ore parziale. «Stiamo raccogliendo adesioni tra fondazioni che ci hanno sempre sostenuto, aziende ed istituzioni per riuscire a partire con una sperimentazione», conclude Croce. •

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