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Assemblea pubblica

Quanto è costato
e qual è il destino
del Magalini?

Sopralluogo al Magalini: area accettazione ancora da arredare
Sopralluogo al Magalini: area accettazione ancora da arredare
Sopralluogo al Magalini: area accettazione ancora da arredare
Sopralluogo al Magalini: area accettazione ancora da arredare

Quanti soldi sono stati spesi per l’ospedale Marcello Magalini di Villafranca? Come si collocherà nella sanità veneta? Perché ancora non viene aperto? Si cercherà di rispondere a queste domande e a quelle dei cittadini, venerdì sera, all’assemblea pubblica organizzata a Villafranca dagli attivisti del Movimento cinque stelle locale, all’auditorium comunale, in via Rizzini, alle 21.

Alla serata «S.O.S. Ospedale, quale futuro per il Magalini nel contesto della sanità veneta», parteciperanno il consigliere regionale del M5S, Jacopo Berti, vicepresidente della commissione Sanità Veneto, e il deputato Mattia Fantinati (M5S).

Gli attivisti hanno inviato loro in anticipo alcune domande per le quali i due relatori hanno effettuato, in questi giorni, l’accesso agli atti. «Sottoporremo alla loro attenzione i quesiti che si pongono i cittadini», spiega Clara Zanetti del meetup pentastellato villafranchese. «Quando aprirà il Magalini e con quali reparti? Quanto è costata la sua costruzione? Chiederemo i motivi dei ritardi e analizzeremo le spese sostenute». Gli attivisti hanno ascoltato le istanze dei cittadini in queste settimane, che hanno sottolineato anche alcune criticità attuali: le porte d’ingresso della struttura oggi in funzione sono difficilmente valicabili dai disabili. Rimangono le difficoltà in termini di viabilità e parcheggi. «Ma affronteremo anche temi più ampi illustrando come funziona la sanità a livello nazionale e quanto denaro gestisce il Veneto. Al termine, sarà aperto il dibattito col pubblico che potrà formulare altre domande», conclude Zanetti.

Berti porterà le maggiori informazioni, essendo la sanità gestita a livello regionale. Fantinati, inoltre, si mette a disposizione per veicolare a Roma qualsiasi istanza: «È dura muoversi a livello nazionale poiché questa è una materia della Regione, ma agiremo con tutte le modalità che abbiamo a disposizione. In questi ultimi 13 anni si è pensato soltanto a ristrutturare con i soldi pubblici un ospedale che andava completamente rifatto e supportato da una pianificazione urbanistica adeguata, oltre che da un ampio parcheggio». Sono questioni cruciali che necessitano tuttora di una risposta: «Basti pensare», continua Fantinati, «che già ora, senza la riapertura dell’ospedale, nelle ore di punta, via Nino Bixio (strada centrale di Villafranca che conduce al Magalini, ndr) è impercorribile. Venerdì parleremo anche dei problemi che causano il continuo posticipo della riapertura dell’ospedale».

La struttura, distrutta nel 2003 da un incendio il cui colpevole non fu mai individuato, sarà a servizio non solo della città, ma anche del comprensorio Villafranchese: un bacino attorno al quale ruotano circa centomila persone, tra residenti e lavoratori delle imprese del territorio. «Nel luglio scorso sono terminati i lavori ma non i problemi».

«I tagli alla sanità hanno comportato un braccio di ferro tra la Regione e l’Ulss 22», conclude Fantinati facendo riferimento a una querelle dell’estate scorsa: il commissario dell’ospedale, Antonio Canini, sosteneva di aver quasi terminato l’opera e che l’Ulss 22, diretta dall’allora dg Alessandro Dall’Ora, poteva iniziare a dotarla di macchinari e trasferire dei reparti. Per farlo occorreva però emanare i bandi per l’acquisto di macchinari e per l’assunzione di personale. Ma Dall’Ora, prima di procedere, voleva la consegna dell’ospedale finito. Di mezzo si mise l’assessore regionale Luca Coletto, che garantì l’apertura dell’ospedale a primavera 2016. E le porte sono ancora chiuse.

Maria Vittoria Adami

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