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Valdegamberi
fa la conta
dei lupi: «Troppi»

Le ultime vittime: quattro pecore che pascolavano in località Rech
Le ultime vittime: quattro pecore che pascolavano in località Rech
Le ultime vittime: quattro pecore che pascolavano in località Rech
Le ultime vittime: quattro pecore che pascolavano in località Rech

Il consigliere regionale Stefano Valdegamberi, che ha fatto propria la battaglia per la difesa dell’allevamento di montagna e l’allontamento dei lupi dalle zone di intensa attività zootecnica, ha cercato una sponda in Sud Tirolo, in un incontro con l’assessore all’agricoltura della Provincia autonoma di Bolzano Arnold Schuler e con Siegfried Rinner, direttore della potente Südtiroler Bauernbund, l’Unione agricoltori e coltivatori diretti sudtirolesi, uno dei maggiori organi di rappresentanza degli agricoltori bolzanini con oltre 21mila membri.

La Provincia autonoma di Bolzano, assieme alla Regione Toscana, si era espressa favorevolmente per l’abbattimento dei lupi in occasione della discussione sul Piano lupo che doveva essere approvato ancora lo scorso inverno e di cui si sono perse le tracce dopo ripetuti rinvii.

Stefano Valdegamberi e Silvana Fasoli, segretaria dell'associazione Salvaguardia rurale veneta, hanno incontrato a Bolzano i due esponenti sudtirolesi per concordare una comune linea di azione a tutela della montagna rurale alpina sul problema della reintroduzione del lupo. «Ci siamo trovati d'accordo su diversi aspetti», riferisce il consiglere regionale veneto, «condividendo il fatto che l'introduzione del lupo sulle Alpi orientali risulta incompatibile con l'alpeggio alpino e rischia di portare a un ulteriore abbandono e degrado della montagna».

Rinner ha anticipato che si stanno già facendo incontri con le associazioni austriache e bavaresi per un'azione politica comune, partendo da uno studio che dimostri l'incidenza negativa del lupo sull'ambiente agricolo e pastorale montano, per avere le possibilità di deroga agli abbattimenti, come previsto dalla Direttiva Habitat, e ha espresso netta contrarietà alla presenza del lupo in Sud Tirolo.

Oltralpe si starebbe pensando di limitare la presenza del lupo solo in determinati territori, dove l'attività agro-pastorale sia marginale e fuori da quelle aree l’abbattimento dovrebbe essere autorizzato: «Occorre stabilire, territorio per territorio, il numero massimo di lupi che l’ecosistema può reggere», continua Valdegamberi, «in relazione al grado di vocazione agro-pastorale, alla presenza antropica, alla quantità di superfici boschive. Superato questo limite, come già avviene in Svezia, Francia e Svizzera, si deve procede alla rimozione dei lupi in sovrannumero, anche mediante abbattimenti».

Aggiunge che «nella civile Svezia è prevista la presenza totale di 210 lupi. Superata questa soglia i capi vengono abbattuti. In Italia vi sono oltre duemila lupi e sono intoccabili! Il Piano nazionale lupo, disattende la stessa Direttiva europea, rendendola ancor più restrittiva e inapplicabile. Se si vuole salvare quel poco che rimane dell'allevamento sulle Alpi occorre stabilire da subito dei paletti», rimarca Valdegamberi.

Non risparmia critiche anche alla Regione Veneto che «come per la politica nazionale attuale sul lupo sta andando in direzione sbagliata: senza stabilire un numero massimo di lupi per territorio, le misure adottate sono solo dei palliativi, che necessitano di molte risorse pubbliche in un tempo in cui le priorità dovrebbero essere altre».

L'assessore sudtirolese Arnold Schuler si è accordato per restare in contatto con il consigliere Valdegamberi al fine di concordare un'azione condivisa sui tavoli romani, «Regione Veneto permettendo», conclude il consigliere veronese, «ma anche a Venezia crescono i consensi attorno al fronte per il contenimento del lupo», assicura Valdegamberi.

Intanto non si fermano le predazioni di lupi in Lessinia: ultime vittime tra mercoledì e giovedì sono state quattro pecore che pascolavano in località Rech tra Selva di Progno e Giazza, tutte uccise dall’assalto dei lupi, solo una parzialmente divorata.

Sale così a 35, dall’inizio dell’anno, il numero delle prede (30 uccise e 5 ferite o soppresse). Di queste 28 sono attribuite con certezza al lupo, e otto indicate genericamente come prede di canide. V.Z.

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