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Una ricerca rileverà
se esiste il fenomeno
dell’incrocio con i cani

Il finanziamento per il censimento genetico dei lupi presenti sulle Alpi è al primo posto nelle richieste che l’assessore regionale Giuseppe Pan ha portato alla Commissione Agricoltura a Bruxelles, anche per poter capire effettivamente la natura dei predatori che si sono insediati in Veneto negli ultimi cinque anni. È quello che sta facendo anche Life WolfAlps con la raccolta di reperti e l’invio del materiale al laboratorio statunitense che ha finora mappato la popolazione dei lupi della Lessinia.

«A Bruxelles sono ben coscienti che i dati forniti dal Veneto sono del tutto sovrapponibili a quelli di altre regioni europee e ho espressamente chiesto», aggiunge l'assessore Pan, «di capire con un censimento se questa grande espansione è solo di lupo o se c'è tra gli esemplari in dispersione anche la presenza di ibridi, cioè di animali nati dall'incrocio fra lupi e cani. In attesa che il Piano di gestione nazionale dica che cosa fare in proposito, diventando operativo, ci muoviamo come Regione per avere un quadro completo della situazione. Su questo abbiamo il sostegno anche delle vicine Province autonome di Trento e Bolzano», precisa ancora Pan, che conclude: «Dall'incontro di Bruxelles è emerso che ci sono Stati membri che gestiscono il problema lupi in maniera diversa dall'Italia. Troveremo una linea comune». I dati finora pubblicati non evidenziano l'ibridazione come un problema per i lupi delle Alpi, mentre lo è per quelli dell'Appenino toscano dove i progetti IbriWolf e MedWolf hanno quantificato nella misura del 25 per cento la presenza di ibridi con punte anche del 50 per cento in alcuni casi come nella provincia di Grosseto.

La soluzione adottata finora è quella della cattura, della sterilizzazione e del rilascio degli esemplari che, contrariamente a quanto comunemente si pensa, non hanno un comportamento diverso da quello degli altri componenti del branco. Il Consiglio d'Europa raccomanda la gestione dell’ibridazione con la cattura e il confinamento permanente in aree faunistiche autorizzate. Oppure, quando questa soluzione non è praticabile, si procede con la sterilizzazione e il consecutivo rilascio degli animali in natura. V.Z.

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