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Una casa di paglia
sana e resistente
Persino al lupo

Claudio Gaiga e l’architetto Nicola Preti FOTO AMATO
Claudio Gaiga e l’architetto Nicola Preti FOTO AMATO
Claudio Gaiga e l’architetto Nicola Preti FOTO AMATO
Claudio Gaiga e l’architetto Nicola Preti FOTO AMATO

Costruire una casa di paglia, a San Bortolo, in località Castello, nonostante il lupo qualche settimana fa si sia mangiato lì vicino 9 pecore, non è proprio il consiglio che la tradizione popolare darebbe. Ma Claudio Gaiga è proprio alla tradizione che si ispira e quando ha deciso di ampliare la casa storica di Domenico Roncari per realizzare il «nido» della sua futura famiglia, non sono state poche le perplessità e le resistenze incontrate dicendo che sarebbe stato di paglia. Paglia arrivata da Ferrara e da Arcole, sistemata in un’intelaiatura in legno di piante tagliate nel bosco di Domenico, servite per la struttura portante. L’intonaco è in grassello di calce naturale e l’argilla che riveste a raso le pareti è uscita casualmente dal prato vicino a casa durante uno scavo per la posa di un cavo elettrico.

«Si può dire che tutto quanto abbiamo usato sia nato qui e continuerà e vivere qui», osserva Gaiga, che è un impresario edile, costruisce case per gli altri, bravissimo a lavorare la pietra come pochi ormai sanno fare, ma per se stesso ha scelto la paglia. Perché? «È sostenibile, antisismica, durevole, è il materiale più sano ed economico che ci sia. Si utilizza uno scarto dell’agricoltura che permette di stare freschi d’estate e caldi d’inverno: con muri di uno spessore di soli 46 centimetri ottengo lo stesso isolamento di un muro in laterizio di 66 centimetri», spiega.

I muri di paglia li ha rivestiti con canna palustre e calce, per avere quella traspirabilità che solo questi materiali naturali sanno dare. Per contenere l’umidità che sale dal terreno ha sfruttato i vecchi coppi, ormai inservibili, riducendoli in frantumi e creando una fascia di 60 centimetri da terra di cocciopesto, di un bel colore rosso e di sicura efficacia. Ha studiato un sistema a cassoni prefabbricati, con la paglia pressata e rasata, che gli permette di creare dei moduli da utilizzare e comporre secondo le diverse esigenze: in questa maniera ha già costruito una casa in Sicilia e un’altra a Cannobio, sul lago Maggiore, ed è in attesa della certificazione del metodo per poter dare ai suoi clienti la garanzia di durata ed efficienza: «Posso costruirmi i moduli a casa e poi trasferirli sul posto come un prefabbricato, risparmiando tempo e lavoro nella posa», aggiunge Gaiga.

Lo assiste in questo progetto l’architetto Nicola Preti, che con il collega Francesco Adami ha dato vita a «Case da coltivare», un team specializzato nella progettazione e realizzazione di edifici in paglia e canapa.

«L’industria delle costruzioni è responsabile per il 40 per cento dei gas serra nel mondo e Case da coltivare nasce proprio con l’obiettivo di ridurre l’emissione di CO2 durante il cantiere, utilizzare materiali locali, riducendo gli sprechi e garantendo un consumo energetico quasi nullo nel cantiere e nella vita dell’edificio», spiega il professionista. Aggiunge che la paglia ha molti vantaggi in edilizia: a partire dalla sostenibilità perché usa uno scarto agricolo; per l’alto potere di isolamento termico e acustico; per la capacità di traspirare e di ridurre al minimo l’uso di acqua in cantiere e i tempi di realizzazione: «Ha inoltre un’alta resistenza sismica, grazie alla leggerezza e alla flessibilità alle sollecitazioni e, contrariamente a quanto si potrebbe credere, è anche un materiale ignifugo perché la paglia pressata e intonacata non permette al fuoco di espandersi. Infine è salubre e ciò è importante per chi deve passare tra i suoi muri un’intera vita», conclude.

Legno, paglia, canne, terra: i profumi dentro casa sono quelli dei prati e dei boschi che circondano il fabbricato. Se dovesse venire il lupo, sarebbe per starci bene, come a casa propria, non certo per abbatterla. Difatti quella era una favola.

Vittorio Zambaldo

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