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Un nostro pesce fossile
su un francobollo
della Libia di Gheddafi

Il francobollo emesso in Libia: il «Mene Rhombea» è in alto a sinistra
Il francobollo emesso in Libia: il «Mene Rhombea» è in alto a sinistra
Il francobollo emesso in Libia: il «Mene Rhombea» è in alto a sinistra
Il francobollo emesso in Libia: il «Mene Rhombea» è in alto a sinistra

A vivacizzare l’incontro con qualche provocazione è intervenuto Romano Guerra, appassionato paleontofilo giunto da Bologna per partecipare all’evento e per tuonare, all’indirizzo dei «pezzi grossi» presenti in sala, tutto il suo disappunto sul fatto che i siti paleontologici di Bolca non siano ancora stati dichiarati patrimonio dell’Unesco. Mormorio di approvazione in sala e risposta immediata di Roberto Zorzin: «Ci stiamo lavorando».

L’esperto bolognese forte di un’esperienza lunga cinquant’anni «a tu per tu» con i fossili, soprattutto in Africa, ha affermato che in Italia sono i Lessini i monti più ricchi di fossili e snocciolando poi fior di siti paleontologici del pianeta ha concluso: «Ma quelli di Bolca sono i fossili più belli del mondo».

«L’ho scritto nel libro», ha rassicurato Zorzin. E lo scorso 16 aprile lo ha ribadito con fermezza anche Alberto Angela nel bellissimo e approfondito servizio trasmesso da «Ulisse» su Rai 3.

Corale il messaggio del mondo scientifico che sull’eccellenza di Bolca si dovrebbe fare di più. Anche se poi, si sa, è la politica a segnare il passo.

Perfetto dunque l’appello di Gustavo Franchetto (ideatore nel 2006 della legge regionale su Bolca) ai consiglieri regionali veronesi affinché «almeno nel bilancio 2017 si adoperino al rifinanziamento dei capitoli per valorizzare il patrimonio culturale di Bolca. Fondi», ha sottolineato, «che vanno all’Ente Parco per la promozione e al museo di Verona per gli scavi, che attualmente sono fermi».

Una curiosità: che all’estero i fossili bolcensi fossero più apprezzati che in patria è un fatto acclarato. E circolano fra i paleontofili aneddoti che hanno dell’incredibile, come quello sul francobollo emesso nella Libia di Gheddafi con impressa una «Mene Rhombea», ovvero uno stupendo pesce fossile tipico di Bolca, attualmente vivente nei mari dell’Australia e dell’Indonesia. Non essendoci copyright anche questo è possibile.

A dare un contributo al dibattito ha provato Giamberto Bocchese, presidente della Strada del vino Lessini Durello, che ha lasciato il fondo sala dov’era intento ad affettare «pan e sopressa»per raggiungere il palco dei relatori con il grembiule da salumiere: «Da un anno l’Università di Verona, il Parco, il Museo di Verona e la Strada del Durello hanno compiuto i primi passi, guidati da Domenico Zugliani dell’ufficio Unesco di palazzo Barbieri, per candidare la nostra valle al riconoscimento Unesco». «L’obiettivo», ha aggiunto Diego Lonardoni, «è proporre la Val d’Alpone come “Valle terra dei vulcani” e si sta lavorando per una condivisione da parte delle amministrazioni della valle». M.G.

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