<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">

Troppi veleni Così i bogoni rallentano il passo

Buongustai a tavola con polenta e bogoni alla festa di Sant’Andrea
Buongustai a tavola con polenta e bogoni alla festa di Sant’Andrea
Buongustai a tavola con polenta e bogoni alla festa di Sant’Andrea
Buongustai a tavola con polenta e bogoni alla festa di Sant’Andrea

Vittorio Zambaldo Poche le chiocciole in vendita, ma grande l’afflusso dei visitatori all’Antica fiera dei bogoni di Sant’Andrea che conta una tradizione millenaria, ma che ora deve fare i conti con diserbo, abbandono delle coltivazioni, utilizzo di decespugliatori a filo che non danno scampo alle bestiole. I premi per le migliori chiocciole opercolate, giudicate dal veterinario Franco Gugole e dall’esperto Palmino Torneri, sono andati nell’ordine a Serena Biasiolo, di Montecchia di Crosara, prima classificata; Lorenzo Corradini di Vestenanova, arrivato al secondo posto e alla compaesana Lina Lovato, terza. Corradini frequenta la fiera dal 1959 quando portava il suo carico di bogoni «fino a un quintale e mezzo», ha raccontato, sul suo Galletto Moto Guzzi: «Altri tempi. Adesso ci sono pochi disposti ad alzarsi di notte anche sotto il temporale per andare a cercare bogoni», ha osservato l’ottantenne molto arzillo Corradini. Prima dell’alba al mercato di Sant'Andrea, domenica, erano in compravendita appena 15 chilogrammi di bogoni: venivano acquistati dai grossisti a 8-9 euro al chilo e rivenduti al dettaglio a 15-18 euro al chilo. Nella sala della Casa di Peper adibita alle esposizioni delle chiocciole in concorso scorrevano sui grandi schermi le immagini che EcoLessinia ha cercato e allestito per contestualizzare anche con un’informazione scientifica e tecnica l’evento della fiera. Erano presenti filmati sulla biologia della chiocciola, una divertente gara di velocità fra chiocciola e lumaca e macro riprese di una giornata tipica di un bogon. Interessante il video del ricercatore Phil Edwards trovato da Vittorio Rioda che illustra la presenza delle chiocciole nei codici miniati medievali. Il gasteropode è spesso affiancato a connotazioni negative e i cavalieri lo combattono in armi come raffigurazione del demonio o del male. Ma ci sono anche dei riscontri positivi dove la chiocciola è raffigurata come entità che benedice e protegge la vita del cavaliere, tutti aspetti che meriterebbero di essere approfonditi perché se ne è persa la memoria. Nella Casa di Peper erano ospitati anche artigiani e artisti, da chi mostrava i segreti dell’intreccio con i vimini per la creazione di cesti, a chi, come Ester Weber, con il feltro ha saputo creare forme morbide e luminose, a un maestro del ferro battuto come Gino Bonamini che alla rigidità del metallo sa accostare la dolcezza dei forme curve e malleabili. All’esterno Franco Gugole, presidente della Pro loco Sprea cum Progno, ha vinto la sua scommessa di far incontrare sapori antichi e saperi dimenticati: i visitatori sono stati invogliati a cercare e trovare negli angoli della piccola frazione i segreti di un'agricoltura sostenibile come proponevano i soci di Antica terra gentile con i profumi delle rape, dei peri trentossi e dei pomi «ruseni». Grande afflusso di persone e gran lavoro per la Pro loco nella Taverna del Bogon per servire trippe, polenta e bogoni a chi è voluto tornare ad assaporare il gusto antico della terra e dei suoi prodotti più genuini, mentre in piazza il maestro Daniele Zullo e i componenti della sua band intrattenevano i visitatori. La tradizionale sfilata al passo della musica della banda la Primula di Cogollo ha chiuso prima del tramonto la giornata: davanti i Pistonieri dell’Abbazia, seguiti dai membri della Confraternita dei Nostalgici del Tabar e dietro animali domestici condotti al passo da figuranti vestiti al modo contadino del secolo scorso. Importante e apprezzata è stata la presenza di George Rauchenberger, già sindaco di Benediktbeuern e del suo amico e collaboratore Franz Waldschütz: arrivano dal paese bavarese che ospita l’antichissima abbazia da cui furono inviati a Verona nel 1054 primi coloni cimbri poi insediati in Lessinia. •

Suggerimenti