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«Tra pochi anni arriveranno in pianura»

Ignazio Scapin: fa parte del Consiglio regionale di Unicarve
Ignazio Scapin: fa parte del Consiglio regionale di Unicarve
Ignazio Scapin: fa parte del Consiglio regionale di Unicarve
Ignazio Scapin: fa parte del Consiglio regionale di Unicarve

Ignazio Scapin ha superato da tempo gli ottant’anni, ma ha energia da vendere e consigli da distribuire a chi ama i suoi animali e anche a chi ama i lupi. È membro del consiglio regionale di Unicarve, l’associazione degli allevatori di carne bovine del Veneto, e grazie alla sua esperienza è stato chiamato a rappresentare le idee e le istanze degli allevatori.

«Noi e gli ambientalisti non siamo poi tanto diversi», dice, «tutti amiamo gli animali, solo che gli allevatori li amano per avere un reddito, mentre gli ambientalisti per andarci a passeggio».

È convinto che i lupi in Lessinia siano stati portati da qualcuno e stigmatizza il fatto: «Non si liberano lupi sul posto di lavoro degli altri». Sui recinti e sui metodi di prevenzione ribadisce che non si tratta di una soluzione, «perché gli animali domestici quando vedono i lupi fuori dal recinto si agitano e travolgono le recinzioni finendo in bocca ai predatori».

ALLA FINE tutta la colpa è del Parco naturale: «È stato accettato dagli amministratori di allora perché prometteva soldi ai Comuni, ma per gli allevatori non è stato affatto un affare, tanto più che alla fine dentro ci hanno liberato i lupi. La Regione risarcisce i danni? Certo, con i soldi delle tasse di tutti, danneggiando imprese e famiglie con alte tassazioni che invece potrebbero essere tolte o destinate a sostenere il lavoro, invece che pagare per sfamare i lupi con i nostri allevamenti».

Secondo Scapin così non potrà durare a lungo: «Fra qualche anno i lupi arriveranno anche in pianura, come è già successo con le nutrie, e allora saranno dolori, perché se i lupi fossero davvero una bella cosa, non dovrebbero danneggiare chi lavora onestamente».

CI TIENE A PRECISARE che le sue non sono riflessioni dettate dall’odio verso il predatore: «Fin da quando ero piccolo ho sempre avuto un cane lupo attaccato alla catena che faceva la guardia all’ azienda. Mio padre voleva solo cani lupo, perché diceva che i cani “da pajaro” non servivano a nulla. Sono amante anch’io degli animali, ma non bisogna usare gli animali per farsi del male gli uni con gli altri», conclude. V.Z.

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