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Torna Quintarelli
il campione
del Sol Levante

Ronnie Quintarelli e la sua famiglia
Ronnie Quintarelli e la sua famiglia
Ronnie Quintarelli e la sua famiglia
Ronnie Quintarelli e la sua famiglia

Un intero paese chiuderà il centro storico per far festa al suo campione. Succederà domenica a Sant’Anna d’Alfaedo quando il pluricampione d’automobilismo Ronnie Quintarelli, che da molti anni corre e vince nel paese del Sol Levante, tornerà per un breve periodo di ferie in famiglia.

Il Fans Club di Sant’Anna organizzerà la tradizionale festa «Motori in piazza» che prevede un programma denso di iniziative. Si comincerà con gite panoramiche per famiglie su Jeep, seguiranno giri di pista per i bambini su speciali kart a due posti, guidati dallo stesso Quintarelli, un sogno per i piccoli appassionati. Arriveranno anche i quad e il Comune penserà a corsi di guida sicura per sottolineare l’importanza di una guida consapevole.

Grazie al supporto del gruppo sportivo Lady Rally si potrà anche provare l’ebbrezza delle corse su un mini-rally e se tutto questo non bastasse arriveranno anche i motociclisti del Motoraduno del Carmine organizzato dal Motoclub Valpolicella a portare il loro saluto al campione che corre in Oriente. Verso le 13, in una grande tensostruttura, verrà preparato un pranzo a base di specialità locali al quale collaboreranno le mamme dell’asilo «Bosco Incantato» con dolci prelibati. Per finire, lotteria con gadget Nissan, portati direttamente da Tokyo da Ronnie, che sarà disponibile per autografi, selfie e soprattutto per portare la sua testimonianza sportiva che accende sempre di entusiasmo tutti gli appassionati.

LA SUA STORIA sembra uscire da un libro delle favole. Quando nasce i suoi genitori Roberto e Loreta decidono di dargli il nome di Ronnie Peterson, il grande campione svedese perito dopo un incidente su Lotus F.1 al Gran Premio di Monza del 1978. La speranza è ben riposta perché quando ha appena otto anni Ronnie già corre in kart e si misura contro personaggi destinati a diventare famosi: Fisichella, Trulli, Button, Raikkonen, Massa, Alonso. Ma com’è noto nell’automobilismo non sempre emerge il migliore, perché talvolta il peso del portafogli prevale sul merito del pilota. «Io dovevo fare sei gare con le stesse gomme», ricorda Ronnie, «e dovevo necessariamente accontentarmi...». Dopo due anni in Formula Renault, 2000 e 2001, Quintarelli torna al kart per cercare un’altra chance.

Viaggia forte e venne adocchiato da Pierre-Henri Raphanel, ex pilota di F1. È lui a presentarlo ai boss della Toyota. «Appena arrivato», ricorda, «mi portarono in pista: eravamo in due, io e un driver del Sol Levante. Dopo qualche giro, ero davanti io di tre decimi. E anche se il mio rivale aveva gli occhi a mandorla come loro, gli ingegneri gli hanno detto: è più bravo lui, l’italiano. Stretta di mano e via. Dopo due giorni è arrivato un contratto di due anni pronto da firmare, un sogno. Da quel giorno la carriera è stata in crescendo. Ho vinto il titolo nazionale F3 nel 2004 con otto vittorie. Nel 2005 sono passato alla Super GT, Formula Nippon e ho vinto la Mille Km di Suzuka».

IN ORIENTE, dove le raccomandazioni contano meno, Ronnie Quintarelli ha vinto sulla Nissan i campionati Super GT 2011, 2012, 2014 e 2015. «Laggiù», racconta il pilota veronese, «è completamente diverso rispetto all’Europa perché le carriere sono disegnate su misura dei meritevoli, che non devono fare la vita tribolata che ho fatto io e chissà quanti altri. I costruttori orientali tengono d’occhio i giovani kartisti sin da quando hanno dodici, tredici anni. Li considerano un investimento per il futuro e li mettono sotto contratto».

Danilo Castellarin

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