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Tormenta
di neve
È il nuovo
presepe

Uno scorcio del presepe, che da qualche tempo è anche animato FOTO AMATO
Uno scorcio del presepe, che da qualche tempo è anche animato FOTO AMATO
Uno scorcio del presepe, che da qualche tempo è anche animato FOTO AMATO
Uno scorcio del presepe, che da qualche tempo è anche animato FOTO AMATO

Sono undici anni che un gruppo di giovani di San Bortolo delle Montagne, a cui si è aggiunto anche qualche pensionato, realizza il grande presepe all’ingresso della chiesa parrocchiale della frazione di Selva di Progno. È un evento che coinvolge una ventina di volontari studenti e lavoratori che per tre sere alla settimana, negli ultimi due mesi, si sono trovati dalle 20 anche fino all’una di notte per lavorare a un progetto sempre nuovo. «Per noi è diventato un dovere, perché ce lo sollecitano in tanti ed è di vitale importanza per il nostro paese, anche se la stanchezza a volte si fa sentire tanto», commenta Giuseppe Anselmi che coordina il gruppo.

Quest’anno la linea scelta per la creazione della sacra rappresentazione è quella classica anche se il gruppo non ha voluto rinunciare alla caratteristica del cammino: un passaggio dentro il presepio in un percorso guidato che conduce alla grotta della Natività sopraelevandosi prima su un ponte in legno quasi a voler simboleggiare il mistero del legame fra terra e cielo.

Ogni anno il gruppo si impegna a trovare soluzioni nuove del presepio che da qualche tempo è animato, grazie a statuette, tutte con un proprio movimento autonomo legato al tipo di lavoro svolto: taglialegna, falciatore, fabbro, calzolaio, maniscalco, cantiniere, tosatore di pecore, bottaio, massaie che impastano e cuociono o che attingono acqua alla fontana, pescatori con la lenza e intenti a rammendare le reti. Nella stalla della Natività Maria mostra il Bambino nella culla e Giuseppe si inchina e si muovono anche bue e asinello. A chi fa il percorso e si sofferma a osservare i diversi quadri capita di finire in una tormenta di neve o nel mezzo di un temporale con piccole gocce di pioggia che bagnano la testa dei visitatori.

«C’è ogni anno qualche novità, qualcosa di unico e irripetibile: possiamo dire che è un presepio che non stanca, che crea attesa e sorpresa», suggerisce Anselmi. I quadri più ammirati sono certamente quelli delle case in pietra costruite da Gianni Dalla Valle con incredibile attenzione ai particolari dell’architettura della Lessinia: una decina di capolavori in miniatura.

Ma il miracolo vero è quello del gruppo che ogni anno si impegna prima in un percorso di riflessione sul Natale e poi realizza il presepe, coinvolge anche altri paesani che mettono a disposizione quanto può servire a creare l’ambientazione adatta.

«Ci fa piacere che ci sia questa vivacità attorno al presepe», sottolinea don Michele Valdegamberi, da ottobre inserito come parroco nell’Unità pastorale della Lessinia orientale, «anche perché tutto nasce dalla volontariato e da momenti di preghiera insieme. Ci auguriamo che continui e ci aiuti ad entrare sempre di più nel mistero del Natale».

Su lato opposto della navata c’è un mercatino solidale di prodotti e oggetti che il gruppo confeziona durante l’estate: ottime marmellate e confetture, biscotti, candele e presepi in legno, oltre a immagini sacre in gesso dipinte a mano. La visita al presepe è aperta tutti i giorni, dalle 9 alle 20, fino al 15 febbraio. Le offerte raccolte sono destinate alle opere parrocchiali, alla casa-famiglia dei Servi dei poveri di Cristo di Brentino; a Save the Children per adozioni a distanza; a padre Giovanni che opera in India e ha salvato dalla schiavitù oltre 400 bambini e all’Opera don Provolo.

Vittorio Zambaldo

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