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Tom Perry
L’uomo
a piedi nudi
sulle vette

«Tom Perry day» a Vestenanova, domani, per camminare nel cuore della Lessinia con «l’uomo a piedi nudi» diventato famoso per le sue singolari imprese di alpinista scalzo in ogni parte del mondo. Una giornata attesissima da trascorrere insieme a un personaggio unico per le imprese compiute e per i suoi incontri: a Roma con papa Francesco e in India con il Dalai Lama, ma anche e soprattutto per lo spirito umanitario e di salvaguardia del pianeta che caratterizzano ogni sua spedizione.

Il «Tom Perry day» inizia alle 10 a Zovo, nel parco del ristorante Zoccante con «Percorsi sensoriali» di Tom Perry; alle 11.30 il rinfresco e poi la messa, cui seguirà il pranzo durante il quale saranno proiettati dei filmati dell’alpinista vicentino.

SE PUÒ INGANNARE il nome a- mericaneggiante (un’assonanza con Tom e Jerry di infantile memoria), in realtà l’alpinista scalzo si chiama Antonio Peretti, ha 56 anni ed è vicentino di Sovizzo. Guardia forestale dal fisico atletico, è senz’altro l’unico al mondo capace di salire e scendere da monti d’alta quota senza scarpe.

Tutto ebbe inizio una quindicina di anni fa.

UNA SCOMMESSA fra amici, induce Antonio a togliere gli scarponi d’ordinanza e scendere di corsa dal Carega. Poi, sorprendendo tutti, nel 2002 scala le Tofane, il Cristallo, la Marmolada, il Monte Bianco e il Gran Paradiso. Nel 2004 sale e scende a piedi nudi il Kilimagiaro (circa 6.000 metri) in Africa. L’anno dopo in Bolivia conquista le vette dei vulcani e sempre in Sudamerica e a piedi nudi attraversa il salar de Uyuni, il più alto lago salato e ghiacciato del mondo, a 3750 metri, e il torrido deserto di Atacama. Nel 2006 sempre più in alto: Tom Perry partecipa in Himalaya alla spedizione sul Makalu, 8.456 metri, la quinta montagna del mondo. A piedi nudi percorre le valli più remote e inaccessibili del Nepal fino al campo base, (posto a 5.700 metri di quota), portando con sé la fiaccola delle olimpiadi invernali di Torino, eccezionalmente autografata dal Dalai Lama.

Nel 2007 scende a piedi nudi dall'Etna, correndo a fianco di una incandescente colata lavica, e scala i 3785 metri del Fujiama, la montagna sacra simbolo del Giappone. Nel 2008 è in Messico con i ramponi a piedi nudi sul Pico de Orizaba per una sfida senza precedenti e al limite dell’impossibile: la scalata di una montagna di quasi seimila metri alla cui sommità c’è una calotta interamente ricoperta di ghiaccio e neve. Nel 2009 è in Argentina per scalare l’Aconcagua sulla cui cima l’alpinista vicentino lascia una targa a ricordo di papa Giovanni Paolo II. Nel 2010 accende i riflettori su Napoli e il suo Vesuvio ma è anche in Guatemala alla ricerca dei segreti Maya. Nel 2011, in occasione della rassegna Orobie Film Festival di Bergamo, riceve il Premio Montagna Italia per «l'originalità e il grande impegno umanitario verso le popolazioni povere del mondo». Nel 2013 un’avventura al cardiopalma sull’Ararat, il vulcano depositario della leggenda di Noè e della sua Arca, a quota 5.000 metri.

Mariella Gugole

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