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«Strada vietata
a biciclette e moto
ma non ai suv»

Valentino Marconi
Valentino Marconi
Valentino Marconi
Valentino Marconi

Protestano le associazioni ambientaliste (Amici della bicicletta, Italia Nostra, Legambiente, Verona Polis, Wwf) perché la strada Aliana, che da Contrada Tommasi, sopra Fosse, raggiunge il Passo della Pealda Bassa e poi Sega di Ala è chiusa al transito delle biciclette e delle moto, ma non a quello dei mezzi pesanti, camion compresi.

In realtà la strada è chiusa da anni per ordinanza dell’allora sindaco Valentino Marconi, che aveva ritenuto pericoloso il transito sulle due ruote di una strada che era stata pavimentata con un manto ecologico (Biostrasse) e che nel giro di due anni si era trasformata in un colabrodo, con buche molto pericolose per chi viaggia in bici o in moto, sopratutto affrontando il tratto in discesa da Sega di Ala a Fosse.

La battaglia dell’ex sindaco Marconi rimase famosa perché lo oppose al Parco naturale regionale della Lessinia, che ha competenza su un tratto di strada, allora interamente bianca. Il Comune di Sant’Anna d’Alfaedo, dopo averne ottenuto il declassamento da provinciale a comunale, ebbe anche un contributo dalla Provincia proprio per la sistemazione della strada, che decise di asfaltare. Lo poteva fare sul tratto di sua competenza, non su quello all’interno del Parco, ma proprio per evitare pericolo per i ciclisti e i motociclisti, che lanciati su una strada asfaltata si sarebbero improvvisamente trovati un tratto di strada bianca, il Parco accettò l’asfaltatura imponendo al Comune che fosse fatto in maniera omogenea su tutto il percorso, compresi i 1800 metri dentro l’area protetta.

L’utilizzo del materiale ecologico al posto dell’asfalto, steso nel settembre 2009, si rivelò inadeguato, tanto che non passò indenne quell’inverno e due anni dopo il sindaco Marconi emise l'ordinanza, ancora in vigore, che vieta il transito alle biciclette e motociclette sulla strada Aliana per le pessime condizioni del fondo.

Le associazioni ambientaliste considerano il divieto paradossale, ma evidentemente ci sono ragioni dimenticate che chiunque percorra la strada può capire. La battaglia giustamente sarebbe da fare sul transito di qualunque mezzo non autorizzato in una zona di riserva naturale: ma ci sono malghe e ci sono ospiti delle malghe che le devono raggiungere. Gli ambientalisti denunciano la presenza di automobili, Suv e fuoristrada che si esibiscono in «sfrontati caroselli sui prati» e chiedono alle autorità competenti di intervenire, denunciando il rischio di nuove asfaltature e la creazione di parcheggi «contro cui ci opporremo con tutte le nostre forze», concludono. V.Z.

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