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Sotto la pesciara
se ne cela un’altra
profonda 40 metri

La pesciara di Bolca: le sorprese al suo interno non finiscono mai
La pesciara di Bolca: le sorprese al suo interno non finiscono mai
La pesciara di Bolca: le sorprese al suo interno non finiscono mai
La pesciara di Bolca: le sorprese al suo interno non finiscono mai

«Nelle viscere della Pesciara di Bolca c’è un’altra Pesciara, ad una profondità di 40 metri rispetto al giacimento che affiora in superficie, sicuramente ricca di innumerevoli reperti fossili».

Ha fatto il pieno di appassionati di paleontologia l’auditorium del museo dei fossili per la presentazione del libro «Rocce e fossili del monte Baldo e dei monti Lessini veronesi» di Roberto Zorzin, geologo conservatore del museo civico di storia naturale di Verona.

La conferenza è stata anche l’occasione per annunciare le ultime importanti scoperte nei siti paleontologici di Bolca, ma anche per uno scambio di idee fra comunità scientifica ed enti locali. Nel salutare i presenti il sindaco di Vestenanova Edo Dalla Verde ha ricordato lo storico direttore del museo di Verona Lorenzo Sorbini, artefice del prestigioso museo di Bolca. E Diego Lonardoni, direttore del Parco della Lessinia e autore della prefazione del libro ha espresso gratitudine alla memoria di Massimiliano e Rosetta Cerato che hanno lasciato un grande vuoto nel complesso museale di Bolca.

Sicuramente l’opera scritta da Zorzin, concepita per essere fruibile a tutti, darà a Verona e provincia un importante contributo per una conoscenza consapevole del territorio, della sua storia e dei suoi musei, perché di certo pochi sanno che Verona è capofila a livello europeo per gli studi naturalistici iniziati dalla metà del 1500, e anche per il numero di reperti raccolti nel museo civico di Palazzo Pompei in città e in quello dei fossili di Bolca. E poi nei musei: Paleontologico di Roncà; Geopaleontologici di San Bonifacio (Abbazia di Villanova) e di Camposilvano; Preistorico e paleontologico di Sant’Anna d’Alfaedo; l’Antiquarium della Pieve di San Giorgio di Valpolicella; il Civico paleontologico di Sona e il Civico di Caprino Veronese; quello di Storia naturale di Malcesine e la mostra didattica paleontologica e mineralogica di Bonavicina.

Musei e studi naturalistici che hanno condotto nella nostra provincia personalità scientifiche d’alto livello.

Paradossalmente la notorietà dei fossili di Bolca è rimbalzata in Europa, a fine 1700, dopo il «ratto» di Napoleone che portò a Parigi l’intera collezione del conte Gazola di Verona, all’epoca proprietario della Pesciara di Bolca.

Le nuove rivelazioni riguardano invece i carotaggi del giugno 2015 e la successiva analisi dei cilindri di materiale roccioso estratto che hanno provato l’esistenza nel sottosuolo della Pesciara di un altro «pacco» di strati a lamine fossilifere con pesci e vegetali. Il futuro potrebbe quindi regalare ulteriori risposte agli interrogativi che da 500 anni appassionano naturalisti di tutto il mondo: cos’ha provocato la moria di tanti pesci nel mare di Bolca 50 milioni di anni fa? E come hanno fatto queste meraviglie a conservarsi fino ad oggi?

Incalzato dalle domande del giornalista Gustavo Franchetto, Zorzin che è anche responsabile scientifico e direttore degli scavi nei siti paleontologici di Bolca, ha spiegato quanto alto sia a livello internazionale l’interesse per i pesci e i vegetali fossili di Bolca: unici per lo stato di conservazione, per la bellezza e per numero di specie ritrovate. «La fama è tale», ha aggiunto, «che io stesso sono stato chiamato come esperto in giacimenti in Russia nel Caucaso e in Romania nei Carpazi».

Mariella Gugole

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