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L'APPELLO DELLA FORESTALE

Sos in Lessinia
Il gallo forcello
impazzisce d'amore

Un gallo forcello fotografato in Lessinia da Luca Signori del Corpo Forestale dello Stato
Un gallo forcello fotografato in Lessinia da Luca Signori del Corpo Forestale dello Stato
Un gallo forcello fotografato in Lessinia da Luca Signori del Corpo Forestale dello Stato
Un gallo forcello fotografato in Lessinia da Luca Signori del Corpo Forestale dello Stato

Tredici arene di canto del gallo forcello, dieci censite in Lessinia e tre sul Baldo sono il patrimonio che il Corpo Forestale dello Stato (Cfs) chiede di difendere in questi giorni di maggio, che per questa specie rara rappresentano il periodo più difficile degli amori, della cova e della riproduzione.
Infatti il gallo forcello e il suo cugino e ancor più raro gallo cedrone impazziscono d'amore e assumono comportamenti del tutto inusuali per una specie selvatica, tanto da farsi avvicinarsi senza timore, salire sui tetti delle case o sui cofani delle auto parcheggiate, aggredire i passanti senza motivo o, nel caso delle femmine, farsi prendere addirittura con le mani come fossero delle galline domestiche.
L'origine di questi atteggiamenti è ancora poco chiara, ma si pensa che sia causata da alterazioni fisiologiche conseguenti all'eccessiva frammentazione delle popolazioni.
Il Cfs rivolge un appello a tutti, residenti, escursionisti, amanti della fotografia, perché cresca il senso di responsabilità e rispetto nei confronti degli animali che vivono questa particolare fase della loro vita.
La stessa raccomandazione vale per la tutela dei cuccioli di ungulati che gli escursionisti potrebbero avere l'avventura di trovare: non sono animali abbandonati, se non si trovano feriti a bordo strada, ma cuccioli lasciati temporaneamente dai genitori che tornano regolarmente ad alimentarli. Incontri simili si possono fare anche al lago o in città con l'avifauna e vale la stessa raccomandazione perché nelle vicinanze ci sono sempre i genitori e raramente si tratta di animali abbandonati. Toccarli o spostarli significa decretare la loro morte certa per abbandono da parte dei genitori che non tornerebbero più a nutrirli. 
 

Vittorio Zambaldo

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