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Sidoti: «Hanno diritto
di andare in altri Paesi»

Il vicario Angelo Sidoti
Il vicario Angelo Sidoti
Il vicario Angelo Sidoti
Il vicario Angelo Sidoti

Sono eritrei, sarebbero scappati comunque e continueranno a farlo. È specifico il motivo per cui otto ospiti arrivati sabato mattina all’ex base Nato di Vaccamozzi, dopo essere sbarcati a Crotone, hanno tentato di raggiungere Milano nella notte, partendo a piedi, verso Verona. Sono stati fermati a Poiano e portati all’alba in Questura e fotosegnalati. Ma per loro c’è un percorso particolare: «Sono di origine eritrea e hanno diritto alla relocation in altra destinazione (la ricollocazione in un altro Paese europeo, ndr) qualora lo richiedessero», spiega Angelo Sidoti, vicario del Prefetto. «È una nazionalità che di frequente cerca di allontanarsi. Non hanno al momento deciso di presentare la domanda per la protezione internazionale e non possono essere espulsi. Sono stati riaffidati alla cooperativa, ma hanno rifiutato l’accoglienza». La Versoprobo, infatti, conferma che non hanno voluto tornare al centro. «Allontanandosi volontariamente rischiano di essere riportati a Verona o in Italia», continua Sidoti, «invece la procedura corretta che salvaguarda le loro istanze è quella di attendere nel centro di accoglienza e presentare domanda di protezione internazionale, e la domanda di ricollocazione che in qualche tempo sarà soddisfatta».

Non c’entra, dunque, la scelta di aver allestito il centro in una contrada isolata della Lessinia. «Erbezzo non c’entra, tanto è vero che le persone arrivate una settimana fa sono tranquillamente in struttura».

Sidoti spiega anche che è possibile che a Vaccamozzi non si raggiunga il numero di 80 profughi previsti: «Per ora non ci saranno nuovi arrivi a Erbezzo: la struttura è stata allestita fin da primavera quando in Italia avevamo migliaia di arrivi e fino a metà luglio qui ricevevamo fino a 150 persone a settimana. La necessità di numerosi posti era dovuto a quello. Oggi la situazione è diversa e abbiamo la possibilità di distribuire sul territorio le persone accolte, e lo stiamo già facendo. Erbezzo rimane una valvola di sicurezza, quando abbiamo arrivi e non abbiamo sufficienti posti li collochiamo a Erbezzo. Ed è stata questa la circostanza che ci ha portato ad aprire la scorsa settimana». M.V.A.

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