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«Siano i Comuni
a decidere chi
governa il Parco»

«Lo avrei firmato volentieri, se solo avessi saputo che esiste». Lo dice il sindaco di Fumane Mirco Frapporti riferendosi all’emendamento proposto dal sindaco di Bosco Chiesanuova Claudio Melotti al progetto di legge regionale 143 sulle aree protette e che tratta di «Disciplina e valorizzazione della rete ecologica regionale e delle aree naturali protette». Nei 42 articoli del progetto di legge in discussione alla seconda commissione regionale (politiche del territorio) si delinea una linea di governo comune, semplificando e razionalizzando le diverse normative ora in vigore.

L’emendamento chiede in particolare che il presidente del Parco sia eletto non dal presidente della giunta regionale ma dalla Comunità del Parco fra i cinque componenti del Consiglio direttivo. Questo a sua volta dovrebbe essere espressione della Comunità e non eletto dal presidente della giunta regionale, come prevede invece il progetto di legge.

LA COMUNITÀ del Parco dovrebbe prevedere al suo interno, secondo l’emendamento dei sindaci, anche un rappresentante dei proprietari dei fondi compresi nelle aree del Parco e designato da almeno dieci altri rappresentanti dei proprietari terrieri. Infine sul finanziamento i sindaci chiedono che prima di far ricorso a eventuali risorse erogate da altri enti pubblici e soggetti privati, siano le risorse finanziarie erogate dalla Regione a contribuire alle disponibilità di bilancio per le aree naturali protette.

Lo hanno sottoscritto con Claudio Melotti, Massimiliano Adamoli (Dolcè), Lucio Campedelli (Erbezzo), Alessandra Ravelli (Roverè), Mario Varalta (Velo), Aldo Gugole (Selva di Progno), Edo Dalla Verde (Vestenanova).

«L’idea che gli amministratori del Parco della Lessinia siano i sindaci del territorio è un’idea che anch’io condivido e che ho proposto da tempo. Quindi chiedo un incontro di tutti i 15 colleghi, primi cittadini del Veronese e del Vicentino che hanno porzioni del proprio territorio nel Parco, per un confronto sul progetto di legge regionale», suggerisce Frapporti.

Ribadisce che gli stessi concetti espressi da Melotti e dagli altri sei firmatari sono quelli fatti propri anche da altri primi cittadini, «perché siamo convinti che la concentrazione di poteri in ambito esclusivamente regionale sia pericolosa», conclude Frapporti. V.Z.

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