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Scuole montane
Da settembre
nasce il «polo»

La scuola di San Mauro di Saline funziona con le pluriclassi FOTO AMATO
La scuola di San Mauro di Saline funziona con le pluriclassi FOTO AMATO
La scuola di San Mauro di Saline funziona con le pluriclassi FOTO AMATO
La scuola di San Mauro di Saline funziona con le pluriclassi FOTO AMATO

Le scuole dell’infanzia e primaria di San Mauro di Saline saranno dal prossimo settembre inglobate nell’istituto comprensivo di Bosco Chiesanuova, che comprende anche le scuole di Cerro, Erbezzo, Roverè e Velo e questa notizia ha allarmato i genitori. La decisione di trasferirle dal comprensivo di Tregnago (dove ci sono anche le scuole dei Comuni di Badia Calavena e Selva di Progno) è stata presa dalla giunta presieduta dal sindaco Italo Bonomi e ratificata dalla Regione con una delibera dello scorso dicembre, preso atto dell’impossibilità, per il veto dei sindaci di Lavagno e Mezzane di Sotto, di disaggregare Illasi e formare con l’istituto comprensivo di Tregnago un unico corpo che avrebbe garantito ampiamente la sopravvivenza delle piccole scuole di montagna.

«Proprio per salvare le nostre scuole ho deciso l’aggregazione con Bosco Chiesanuova», ha spiegato il sindaco Bonomi in un’assemblea convocata in teatro su richiesta della maggioranza dei genitori, che non hanno affatto condiviso il passaggio.

Nelle scuole di San Mauro sono attualmente presenti 34 bambini, 17 in quella dell’infanzia e 17 nella primaria, distribuiti in pluriclasse. Il prossimo anno scolastico vedrà l’uscita di 4 bambini dalla scuola dell’infanzia e di altri 4 dalla primaria. Ne entreranno 12 alla materna e 3 in primaria, ma per gli anni successivi, come risulta all’anagrafe, gli ingressi si limiteranno a due o tre bambini per anno.

Il suggerimento di collegare San Mauro a Bosco Chiesanuova è venuto dal dirigente scolastico provinciale Stefano Quaglia, presente all’incontro con i genitori assieme ai dirigenti di Bosco Alessio Perpolli e di Tregnago Maurizio Bianchi.

«Ho voluto creare un istituto forte sulla montagna per avere una massa critica di presenze di alunni che non sia condizionata ogni anno dalle iscrizioni», ha esordito Quaglia, «e poi perché un istituto formato da tante piccole unità periferiche ha maggiori possibilità di sopravvivenza, dal momento che non c’è un grosso nucleo che rischia di inglobare gli altri, ma un’elasticità di gestione ben superiore. Si salva l’esistenza e si salva l’autonomia, senza perdere né in quantità né in qualità: i due dirigenti che sono qui rappresentano il meglio per professionalità e sensibilità educativa».

In effetti Tregnago non risentirebbe della perdita di San Mauro e Bosco Chiesanuova non avrebbe particolari vantaggi dall’aggregazione delle due nuove realtà scolastiche.

Perpolli ha messo subito in chiaro che il trasferimento non comporta degli oneri maggiori per i genitori, costretti alle trasferte a Bosco Chiesanuova per le questioni legate alla segreteria: «Da tempo usiamo strumenti che ci semplificano la vita. Non abbiamo genitori che vengono in segreteria e se dovesse essere necessario qualche documento, lo si può depositare nelle scuole di San Mauro da dove io passo tutti i giorni per andare al lavoro. Se un genitore ha bisogno di parlarmi sono io a spostarmi, come già ora faccio con Erbezzo e con tutti gli altri Comuni».

Ma il terrore dei genitori è legato al possibile trasferimento delle maestre: «Lavorare in una pluriclasse non è da tutti e le due insegnanti che abbiamo qui sono speciali per questo compito», ha sottolineato Luciano Alberti, rappresentante dei genitori.

«È ovvio e scontato che non andranno altrove se le insegnanti desiderano restare qui. Ma non posso garantire che se saranno loro a chiedere di andare altrove io possa trattenerle», ha spiegato Perpolli.

«L’appartenenza a un istituto o a un altro conta poco: è l’aspetto pedagogico, educativo e didattico che conta», ha aggiunto Bianchi, «prendiamo una decisione a favore dei bambini».

Altra questione affrontata dai genitori riguarda la conservazione dell’orario scolastico a tempo pieno: «Dove c’è non si tocca e vale il concetto della progressione e dello sviluppo: se si parte con una classe di prima a tempo pieno, gradualmente tutte le classi lo diventeranno e così resteranno». Pietro Alberti ha lamentato che i genitori sono l’ultima ruota del carro: benché avessero scritto al sindaco di essere ascoltati, la loro opinione contraria al trasferimento a Bosco Chiesanuova non è stata tenuta in considerazione. E ha detto: «Credo alla metà di quello che vedo e a niente di quello che dite», una frase che ha fatto infuriare Quaglia: «L’operazione è stata fatta per tenere queste insegnanti in questo posto e garantire la sopravvivenza di queste scuole».

«Ci sono fattori che io non controllo, come la volontà di un insegnante di trasferirsi e questo non lo posso impedire, ma abbiamo creato un meccanismo che per i prossimi anni ci permette di esser sereni sulla sopravvivenza di queste scuole», ha concluso il dirigente provinciale.

Vittorio Zambaldo

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