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Scherzetti da Gps
Trappola tornanti per mezzi pesanti

Un grosso mezzo impossibilitato sia a proseguire che ad arretrare
Un grosso mezzo impossibilitato sia a proseguire che ad arretrare
Un grosso mezzo impossibilitato sia a proseguire che ad arretrare
Un grosso mezzo impossibilitato sia a proseguire che ad arretrare

Una volta ci si chiedeva «ma chi gli ha dato la patente?». Oggi bisogna chiedersi chi gli ha venduto il navigatore al malcapitato camionista, quasi tutti stranieri, che si avventura su strade di montagna seguendo le indicazioni fornite dal navigatore in dotazione sullo smartphone o presente sul mezzo. I guidatori impostano il tragitto, partendo magari da qualche industriosa città dell’Est europeo, e dopo ore di autostrada noiosa, si trovano a dover affrontare pendenze proibitive, tornanti impossibili, strettoie dalle quali un bisonte della strada non passerà mai: più facile che passi un cammello dalla cruna di un ago.

Tutto perché il navigatore fa il suo mestiere: sceglie il tragitto più corto, magari senza pedaggio, ma mai che chieda se guidi una Smart o un autoarticolato: così l’intelligenza artificiale denuncia quotidianamente i suoi limiti. Non basta essere bravi a imbroccare la strada, bisogna essere anche maghi a indovinare che cosa e da dove passerà. La strada provinciale 13, ad esempio, nel tratto compreso fra i Comuni di Selva di Progno e Velo, quella che sale dalla Val d’Illasi poco oltre contrada Bernardi e si inerpica nel Vajo dei Covoli, sembra fatta apposta per mandare in tilt i navigatori e in bestia gli autisti. Immancabilmente, dopo aver evitato un burrone, o rischiato di mandarci dentro qualcuno che su un’utilitaria che arriva in senso opposto, i guidatori si trovano a fare i conti con un tornante che non dà scampo: la motrice va da una parte e il rimorchio dall’altra, così tutta la strada viene occupata, non sale e non scende più nessuno, e per togliere il malcapitato autista e il suo mezzo da una posizione impossibile deve intervenire un carro attrezzi di altrettante enormi dimensioni.

Ore di lavoro perdute, a volte anche danni alla carrozzeria, quando qualcuno si ostina a provare perché se la strada c’è, vuol dire che si può passare, con inevitabili rinvii a quel paese da chi si trova bloccato e deve tornare indietro e pensare a strade alternative, ipotesi che in Lessinia, quando è possibile, non ti fa certo risparmiare tempo e benzina.

«Ormai ne capita quasi uno al giorno. Ci chiamano a tutte le ore per togliere dai pasticci qualcuno. Veramente non sappiamo più cosa fare, se non sollecitare la Provincia, proprietaria della strada, a mettere cartelli ben visibili di divieto di accesso agli autoarticolati e ai camion più lunghi di 12 metri», dicono il sindaco di Selva di Progno Aldo Gugole e l’assessore Luca Signori, che spesso è sul posto a cercare di risolvere situazioni veramente difficili e pericolose.

Vittorio Zambaldo

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