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Badia Calavena

San Valentino
ha finalmente
la sala polivalente

Badia Calavena
Inaugurazione sala polivalente San Valentino (Amato)
Inaugurazione sala polivalente San Valentino (Amato)
Nuova sede polivalente San Valentino (Zambaldo)

La frazione San Valentino di Badia Calavena, appena 200 residenti, ha festeggiato domenica mattina l’avverarsi di un sogno: avere una propria sala polivalente che funzioni da centro di incontro, obiettivo perseguito da anni e realizzato grazie agli sforzi congiunti delle ultime due amministrazioni. «Il progetto era partito infatti già nel 2014 con il sindaco Ermanno Anselmi, che in un sopralluogo per la sagra aveva verificato che non erano compatibili le condizioni della canonica e del fatiscente edificio accanto per installarvi la cucina che sarebbe servita per i giorni di festa», ha raccontato in una breve sintesi Matteo Castagna, presidente dell’Associazione San Valentino, che cura e organizza le attività pubbliche della comunità.

 

Di qui la decisione di mettere mano alla struttura e al portafoglio, impegno passato all'amministrazione successiva del sindaco Emanuele Anselmi che con il parroco don Alberto Andreoli ha tagliato il nastro dell’inaugurazione. «Vi abbiamo impegnato 200mila euro, abbattendo il manufatto esistente e realizzando una nuova struttura, in sintonia con l’esistente, che funziona da sala polivalente, provvista di cucina, bagno e sgabuzzino a servizio della cucina e bagno per chi frequenta la sala», fa sapere il sindaco che ringrazia il Bacino imbrifero montano dell’Adige, nella persona del presidente Franco Rancan, per il sostegno ricevuto.

 

La soluzione, ideata dall’architetto Massimo Alberti e realizzata dalla ditta Edilcisa di Claudio Cisamolo, ha investito in un progetto innovativo che si distinguesse dalla parte storica degli edifici (la chiesa e la canonica) ma nello stesso tempo non ne fosse in contrasto: «Abbiamo abbattuto il vecchio fabbricato che era fatiscente, adibito in parte a osteria e in parte a stalla e fienile e realizzato una struttura in travi di acciaio e legno ricoperte da un tetto trasparente in policarbonato alveolare isolante. Così si è ottenuto di distinguere il nuovo intervento da quello storico e di massimizzare la resa in termini di risparmio energetico», ha spiegato l’architetto.

V.Z.

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