«Saluto d’estate», domani alle 17, con lo spettacolo del gruppo I Musicanti di Vicolo Zanella nella chiesetta romanica dedicata a Sant’Antonio abate sul colle Frata di Vestenavecchia, a chiusura della stagione di aperture dell’antica pieve nelle domeniche di luglio e agosto.
Uno spettacolo imperdibile tra «canti e memorie legate alla terra veronese e veneta, con episodi e storie della civiltà contadina, della fede dei semplici, della vita delle contrade». Con una scenografia unica in «un contesto di estrema bellezza, sul poggio che domina l'abitato di Vestena e la vallata veronese». Così definisce il luogo sacro sul colle fra le due Vestene il gruppo I Musicanti di Vicolo Zanella formato da Matteo Pieropan (chitarre e voce), Jessica Zoccante (voce), Sebastiano Carbone (contrabbasso), Giancarlo Ferrari (violino e viola), Davide Stecco (batteria e percussioni). Collaborano Manuel Bruttomesso (fonico), Martina Raso (voce letture), Sandy Soldà (immagini).
Lo spettacolo, che è stato organizzato dal Circolo ricreativo per Vestenavecchia-Sant’ Antonio in collaborazione con il Comune di Vestenanova e l’Unità pastorale, si annuncia come un insieme equilibrato tra racconto, immagini, letture e canzoni.
I Musicanti di Vicolo Zanella sono un gruppo nato nel 2013 per dare voce alle storie e alle leggende della terra del Chiampo, vicentina e confinante con Vestenanova, ma anche alle tradizioni della civiltà rurale del Veneto. La scelta del nome si lega al territorio, ricordando l'illustre poeta Giacomo Zanella (1820-1888) autore di Sopra una conchiglia fossile che ebbe i natali proprio a Chiampo.
LE TEMATICHE musicate dall' ensemble sono varie. Punto di partenza, una copiosa letteratura locale, ma anche tante storie della gente e del passato, luoghi e contrade, personaggi minori. Racconti di emigrazione, di vita contadina, di guerra, aneddoti e narrazioni per recuperare e salvare dall'oblio persone, vicende, e luoghi altrimenti perduti. Sono narrazioni e canti inediti, scritti e musicati da Matteo Pieropan e arrangiati dai musicisti, che parlano di luoghi ma anche della natura, delle erbe e del loro uso quasi magico; e dei ciliegi che sono la ricchezza della valle d’Alpone; e poi dei Cimbri, popolo che occupava i territori a nord di Bolca e dei boscaioli, della poesia della civiltà contadina. Per non dimenticare. Anzi, per continuare a ricordare.