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Razzia di lupi tra Selva di Progno e Velo

La manza uccisa a Frulle di là, località in comune di Velo
La manza uccisa a Frulle di là, località in comune di Velo
La manza uccisa a Frulle di là, località in comune di Velo
La manza uccisa a Frulle di là, località in comune di Velo

Razzia dei lupi nell’ultima settimana tra Selva di Progno e Velo, dove sono state uccise due manzette e una manza di quasi tre quintali. Il primo episodio è successo a Tezze di sotto, martedì 9, sulla strada che scende dalla località Bettola alla valle dei Covoli, mentre lunedì scorso è toccato ai Ramponi di Selva di Progno, predazione però attribuita a canide, anche se, nell’incertezza, la Regione assegna comunque il risarcimento. Non ci sono stati dubbi invece che siano stati i lupi ad aggredire una manza a Frulle di là, località di Velo sotto il monte Stoze, anche se le dimensioni e il peso dell’animale sono davvero insoliti fra le vittime dei lupi in Lessinia. La manza aveva gravi difficoltà motorie già in precedenza e il prelievo di carne da parte dei lupi è stato minimo, probabilmente anche perché avvenuto a una ventina di metri dalla stalla e i rumori o al presenza dell’ allevatore devono aver interrotto o scoraggiato il pasto.

A Tezze di sotto invece la manzetta è stata completamente privata di un quarto posteriore che non è stato consumato sul posto. Si presume che il bottino sia stato trasferito nella tana dove Giulietta potrebbe aver partorito in questi giorni una nuova cucciolata perché il periodo tra l’inizio e la fine di maggio corrisponde ogni anno a quello delle nascite.

CARABINIERI forestali e guardiaparco smentiscono però la voce che circola da tempo che la tana della partoriente sia nella valle dei Covoli: «Ci si ostina a raccontare che ci siano più branchi e che uno sia in questa località. In realtà gli esemplari sono monitorati e sappiamo che in Lessinia c’è un solo branco con la femmina alpha che presumibilmente ha già dato alla luce la sua quinta cucciolata ma non è certamente nella valle dei Covoli», assicurano.

Per tre vittime dei lupi, un capo si è invece salvato lo scorso venerdì grazie alla prontezza di spirito degli allevatori. È successo in località Toldi, sempre nei pressi dei Covoli. Sentendo una manza urlare, la proprietaria Marisa Tornieri è uscita di notte sul balcone e verso la stalla sono corsi il marito e il fratello con bastoni, torce e un campanaccio. Il predatore ha dovuto rinunciare alla sua vittima, anche se, secondo la testimonianza degli uomini che gli si sono lanciati contro, non sembrava affatto impaurito e poco disposto a scappare senza portare la preda con sé. La manza se l’è cavata con qualche morso solo superficiale.

Sono ufficialmente 31 le vittime di predazione da lupi o canide dall’inizio dell’anno, rispetto alle 11 dello stesso periodo dell’anno scorso, anche se gli episodi predatori sono in entrambi i casi una decina, ma quest’anno le 17 pecore uccise nello stesso allevamento di San Bortolo in un mese, hanno triplicato il totale.

Marcello Brunelli, presidente della sezione Coldiretti di Velo e Damiano Gugolati, vicesindaco e presidente della Riserva alpina di caccia di Velo sono preoccupati per la presenza costante dei predatori negli ultimi giorni sul territorio comunale: «Parliamo solo di animali domestici perché se dovessimo contare quanti caprioli, camosci e cervi troviamo predati dai lupi nei boschi non ci sarebbe statistica. Riunioni ne sono state fatte a centinaia, ma adesso è ora di passare dalle parole ai fatti», avverte Gugolati. «e se Luca Zaia vuol venire a vedere in che condizioni lavoriamo, lo aspettiamo». V.Z.

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