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Profughi in Lessinia
La Prefettura
spiega i perché

A sinistra, in evidenza, l’ex base Nato poco distante dalla contrada Vaccamozzi, a destra[FOTOGRAFO] FOTO PECORA
A sinistra, in evidenza, l’ex base Nato poco distante dalla contrada Vaccamozzi, a destra[FOTOGRAFO] FOTO PECORA
A sinistra, in evidenza, l’ex base Nato poco distante dalla contrada Vaccamozzi, a destra[FOTOGRAFO] FOTO PECORA
A sinistra, in evidenza, l’ex base Nato poco distante dalla contrada Vaccamozzi, a destra[FOTOGRAFO] FOTO PECORA

Frequenteranno corsi di lingua, 54 ore di lezione alla settimana. Saranno impegnati in attività per imparare dei mestieri, oltre che in lavori socialmente utili all’interno del paese. E non se ne rimarranno isolati per mesi nella contrada di Vaccamozzi: andranno in città tutte le volte che vorranno grazie a una corriera che la cooperativa ha messo a loro disposizione. Perché ci sia integrazione non è necessario essere circondati da migliaia di abitanti, sostiene la Prefettura. E i profughi, per ora 26, arrivati nei giorni scorsi all’ex base Nato immersa tra i boschi di Erbezzo non è vero che avranno vita difficile, come temono i sette residenti della contrada. Almeno questa è l’intenzione della Prefettura che, a inizio settembre, ha pubblicato il bando di gara vinto poi dalla Versoprobo di Vercelli: «Un’ offerta, quella presentata dalla cooperativa, che grazie a numerosi progetti ben organizzati risponde perfettamente alle richieste che avevamo fatto per assicurare l’integrazione dei giovani profughi», spiega Nicola Noviello, dirigente dell'Area economico-finanziaria della Prefettura.

Ogni settimana sono previste parecchie ore di insegnamento della lingua, ma anche di diritto civico e delle regole in vigore. Ci saranno attività destinate a spiegare determinati mestieri oltre a lavori socialmente utili «che sono stati previsti dalla cooperativa e per i quali è in corso un dialogo con l’amministrazione comunale», sottolinea Noviello. E i profughi non usciranno dalla struttura solo per spalare la neve o per pulire le aree verdi pubbliche. Perché chi ha compilato l’offerta tecnica sa bene che, perché vi sia integrazione, è necessario andare al di fuori dei confini di una contrada abitata da sette persone. Per questo motivo la Versoprobo ha messo a disposizione degli ospiti dell’ex base Nato una corriera che tutti i giorni può accompagnarli in città dove, assicurano dagli uffici della Prefettura, verranno organizzate ulteriori attività.

Sarebbe stato più facile ospitarli in una struttura meno isolata? Il fatto è che nell’accoglienza dei profughi l’aspetto economico ha un peso rilevante. «L’ex base Nato di Erbezzo è una struttura demaniale», spiega Noviello, «quindi di proprietà dello Stato. Significa che i costi diminuiscono notevolmente perché vengono meno le spese per l’affitto». Per intendersi, la base della gara che solitamente è di 35 euro per ospite, in questo caso era stata abbassata a 33. Dieci le cooperative che avevano presentato manifestazioni di interesse, sei quelle che poi hanno spedito un’offerta, una sola la vincitrice, quella con l’offerta tecnica ed economica migliore, la Versoprobo, appunto, che si occupa anche dei richiedenti di Roncolevà, a Trevenzuolo, e di 1.300 persone nell’Italia del Nord.

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